11 novembre 2010

Mr Bunga Bunga

Ecco, ci risiamo.
Mi trovo nuovamente a parlare di censura, anche se in una forma diversa.
Il 18 settembre a Taormina durante una visita di propaganda del nostro amato Presidente del Consiglio per La Destra di Storace, è stato rimosso dalle forze delle ordine uno striscione appeso ad un balcone da alcuni cittadini, un vero e proprio manifesto di legalità e civiltà: poche parole, una forte provocazione ma nessuna offesa diretta.
I nostri eroi: Placido Rizzotto, Ninni Cassarà, Beppe Montalto, Boris Giuliano, Peppino Impastato, giudice Terranova, giudice Chinnici, giudice Livatino, Pippo Fava, Beppe Alfano, giudice Falcone, giudice Borsellino. I tuoi?

Io credo che chiunque possa dire ciò che pensa se lo fa in un modo pacifico, senza usare violenza di alcun tipo, partecipando in questo modo attivamente al dibattito politico che stiamo vivendo. Che Berlusconi sia stato più volte associato a fatti di mafia, è un fatto. Che spesso sia sia dovuto difendere da accuse pesanti e quasi mai chiaramente smentite è un fatto. Che qualcuno voglia contestarlo può accadere, come può accadere a chiunque politico si esponga come fa lui. Civiltà e libertà significa permettere a tutti di esprimersi, ascoltare le idee e i pensieri dei propri elettori (e non elettori) e, al limite, ignorarli o contestarli pubblicamente.
Ma il silenzio e la censura sono solo espressioni di una violenza più feroce di quella fisica. Soprattutto quando ad essere censurati sono nomi come quelli sopra citati. Al solo pensiero mi si accappona la pelle.

www.ilfattoquotidiano.it_eroi strappati nel nome di mr bunga bunga

Nessun commento:

Posta un commento