13 maggio 2011

Napoli: più illegalità per tutti!

Eccomi di nuovo a scrivere su Camminando Scalzi. Questa volta, purtroppo, parliamo di Napoli. Di Napoli e delle ultime vergognose dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Pare che abbia promesso di bloccare le demolizioni degli abusi edilizi fino alla fine del 2011. Abusi così gravi da essere rimasti tali dopo numerosi condoni edilizi, abusi fronteggiati da tutte le associazioni che difendono ambiente e cittadini... Abusi che non si meritano proprio nessun premio, anzi...
In una città che di illegalità sta morendo, ecco che chi dovrebbe guidare con l'esempio promette un po' di illegalità impunita!
A Napoli non c'è bisogno di "aiuti" del genere, e soprattutto a Napoli non c'è posto per le promesse di uomini corrotti. Napoli ha bisogno di persone che ri-insegnino a tutti i cittadini che legalità e impegno sono la chiave per una vera rinascita. Le amministrative sono una grande opportunità di cambiamento. Se non altro per dare un chiaro segnale di che cosa conta per i cittadini napoletani. Mi auguro che diventino la scintilla del cambiamento... Incrociamo le dita!

26 aprile 2011

Guerre mute o mondo sordo?

Questa volta parliamo di guerre. Di quelle guerre di cui nessuno sa niente. Di quelle popolazioni che muoiono avvolte nel silenzio di un mondo che non vuole sentire. Un mondo che da quella violenza trae grandi guadagni, che ha interesse che quelle atrocità proseguano indisturbate. Un mondo che preferisce derubare in silenzio quelle aree ricche di materie prime, e gestire i propri affari senza che nessuno sappia. E intanto i media ci bombardano di informazioni relative ai conflitti famosi, quelli di serie A, quelli di cui si deve parlare eccome, quelli dove i Paesi che "esportano democrazia" si immolano per salvare chi soffre ed è dilaniato dalle atrocità di una guerra. Usando violenza e combattendo a sua volta, ma chi sene frega... Oppure sentiamo in continuazione parlare delle famose missioni di pace (un'orda di soldati armati porteranno davvero la pace dove si combatte ogni giorno???)... Ma delle trentuno guerre che dilaniano il Sud del Pianeta chi ne parla?
Bè, ne parlo io nel mio nuovo articolo per la blogzine Camminando Scalzi! Buona lettura!

21 aprile 2011

La giornata della Terra

Venerdì 22 aprile in tutto il mondo si celebrerà la giornata della Terra. Che cosa significa?
Noi viviamo in un pianeta che ci regala la vita ogni giorno. Ci sostiene, ci aiuta e ci offre ciò che ci è necessario per sopravvivere. Come una mamma che si prende cura di noi. E che cosa riceve in cambio? Spesso mancanza di rispetto, distruzione, violenza.
Domani regaliamo al nostro Pianeta, alla nostra Madre Terra delle forme-pensiero amorevoli. Apriamo il nostro cuore e muoviamo una rete di pensieri positivi di gratitudine e amore. Per chi conosce tecniche di meditazione o viaggi sciamanici, e perché no, reiki a distanza, è il giorno giusto per usarle, ponendo l'intento di regalare energia positiva a chi ci accoglie ogni giorno. Ma basterà anche dedicare un minuto di consapevolezza, un attimo di riflessione al nostro Pianeta per collegarsi a tutto ciò che sta accadendo nel mondo contemporaneamente.
E' importante che ognuno di noi si renda conto che è dalle piccole cose che si può innescare il Cambiamento, quello con la C maiuscola... Il personale diventa globale se ogni individuo si rende conto che per prima cosa deve accadere qualcosa dentro di sé. Una semplice riflessione, un pensiero positivo e di amore regala al mondo qualcosa di speciale, soprattutto se quel singolo pensiero diventa il pensiero di tutto il Pianeta!
E che domani sia una splendida giornata per ognuno di voi...

7 aprile 2011

Addio Metrò del Mare

Siamo alle solite. Quando si parla di investire sul Sud d'Italia, quando si dichiara che il turismo deve diventare una risorsa reale delle economie delle Regioni meridionali, quando si pianifica una crescita nel tempo grazie ad interventi programmati ed efficaci, probabilmente si tratta della solita barzelletta raccontata da 150 anni agli italiani.
Nel 2000 in Campania è stato istituito un servizio chiamato Metrò del Mare. Una serie di collegamenti via mare a servizio di pendolari e turisti che aveva l'obiettivo di collegare in modo rapido le fantastiche e svariate località della costa campana, smaltendo così anche il sempre congestionato traffico automobilistico che, soprattutto nei mesi estivi, rende difficoltosi gli spostamenti, demoralizzando anche i turisti più volenterosi.
Tutti i porticcioli più o meno grandi delle località previste come tappe degli aliscafi, sono stati, nel corso di questi anni, potenziati e resi adatti all'attracco delle grandi navi per il trasporto dei passeggeri. Il traffico automobilistico è diminuito, il turismo è aumentato, gli stranieri hanno ricominciato a fare capolino nelle località più isolate e quasi dimenticate. Insomma un successo.
E che cosa si fa a 11 anni di distanza dalla creazione di questo formidabile servizio?  Si elimina. Fine della storia.
I numerosi tagli apportati alla Regione Campania, si ripercuotono sui trasporti e sul turismo. Non si tratta di una cattiva gestione dei fondi, spiegano gli assessori regionali ai Trasporti e al Turismo, è reale mancanza di soldi da investire in questo progetto. E dunque dopo una parentesi di civiltà, si ripiomba nella disorganizzazione e nel caos. E località come Velia, Paestum, Oplonti, Cuma, Baia, Ercolano, Pompei, Palinuro, Capri, Acciaroli, ritorneranno nel dimenticatoio dei posti irragiungibili.
Parliamo di risorse eccezionali, posti incantevoli che andrebbero rivalutati e che dovrebbero costituire uno dei punti di forza del turismo in Italia. Risorse che appartengono a quel Sud con mille problemi che, per una volta, stava cercando di risollevarsi in modo straordinario. E invece stop, chiusi i rubinetti e chi se ne frega.

1 aprile 2011

Allattamento naturale: suggerimento n°8

Mi sembra doveroso dedicare un post sull'allattamento all'alimentazione che una neo mamma dovrebbe seguire durante questo splendido periodo della sua vita.
Per prima cosa voglio sfatare tutte le cose che si dicono su alimenti sì e alimenti no: non c'è niente che una donna che allatta deve evitare drasticamente perché fa male al proprio bimbo, e, allo stesso modo non esistono alimenti che "fanno latte", come dicevano le nostre mamme.
La regola è semplicemente seguire il buon senso. No assoluto a droghe, fumo e superalcolici, per il resto un'alimentazione varia, equilibrata e ricca di liquidi è ciò che vi aiuterà ad affrontare un periodo impegnativo ed intenso.
Dunque lasciate perdere chi vi dice che i legumi fanno venire le colichette, che gli asparagi rendono il latte amaro, che la birra fa latte e chi più ne ha più ne metta.
Partiamo dal sapore del latte materno legato agli alimenti "amari" che consumate. E' vero, il latte modifica il proprio sapore in base a ciò che mangiate; ma non è un bene che i bimbi si abituino ai diversi sapori, anche se apparentemente amari? Tanto quando li svezzerete volendo o nolendo impareranno a mangiare un po' di tutto.
Per il resto gli accorgimenti sono davvero elementari: bevete tanta acqua, consumate tisane (dicono che quella al finocchio sia perfetta per chi allatta), terminate il pasto con una sana tazza di brodo vegetale. Cercate di non esagerare con dolci, insaccati e cibi fritti e super conditi; prediligete verdure e insalate; mangiate tanta frutta.
E poi prestate attenzione ai vostri bimbi: non esiste un alimento che in assoluto fa male a tutti i bimbi del mondo. Può tuttavia esistere qualcosa a cui i vostri bambini sono intolleranti e che può provocare mal di pancia. Basta osservarli e collegare il loro malessere al pasto consumato nella giornata. Se i doloretti si ripetono ogni volta che mangiate quel determinato alimento allora provate a sospenderlo.
Limitate la caffeina e la teina, riducete anche il consumo di cibi piccanti e speziati, concedetevi un bel bicchiere di vino ogni tanto ma senza esagerare... Fate un po' di attività fisica leggera, basta una lunga passeggiata al giorno o, per chi può, una bella nuotata (magari con il proprio bimbo in una piscina attrezzata).
Insomma conducete una vita sana e tutto andrà per il meglio senza troppe rinunce!
Per concludere voglio consigliarvi di evitare di seguire diete ipocaloriche mentre allattate. Vi assicuro che siete bellissime come lo sono tutte le mamme nel periodo dell'allattamento... Forse un po' stanche ma solari e radiose. Non è il momento di pensare alla linea. Non appena il vostro cucciolo deciderà di abbandonare la sua tanto amata tetta, il vostro corpo ritornerà alla normalità, perderete spontaneamente i chiletti di troppo e, se così non fosse, potrete fare tutte le diete che volete! 


29 marzo 2011

Il meglio per mia figlia

Può una mamma incassare somme fino a ventimila euro per le prestazioni sessuali di sua figlia minorenne ai festini di Mr Bunga Bunga ad Arcore?
Purtroppo la risposta è sì. E' accaduto a Casoria, la signora Anna Palumbo, mamma della più nota Noemi Letizia, la ragazza, per intenderci, che ha regalato al nostro presidente del consiglio il simpatico nomignolo di papi e che ha avuto l'onore della sua presenza alla sua festa di diciotto anni. Una costante frequentatrice del Premier e delle sue rinomate feste, ovviamente quando era minorenne.
La signora Palumbo era di certo consapevole del perché di quei generosi regali, eppure li ha accettati. E magari è tuttora convinta di aver agito per il bene di sua figlia.
Mi chiedo come in Italia possa cambiare la mentalità della "mignottocrazia" e come si possa tornare ai vecchi e così attuali valori del merito, della cultura e dell'impegno se una mamma arriva a vendere la sua bambina al miglior offerente, se il fatto che una figlia minorenne si prostituisca (perché la parola escort altro non è che una versione chic della vecchia puttana, scusatemi la volgarità ma rende l'idea), non sconvolga più nessun genitore, ma anzi li renda orgogliosi perché il pappone di turno è un uomo ricco e potente. Un uomo capace di cambiare la vita di intere famiglie, grazie a regali, soldi, "meritatissimi" ruoli pubblici nelle Istituzioni italiane; un uomo che dovrebbe essere d'esempio e dovrebbe incentivare la formazione dei giovani talenti di questa nazione ormai allo sbando, dovrebbe battersi per la meritocrazia, quella vera, dovrebbe limitare la fuga vergognosa dei cervelli dall'Italia, dovrebbe dare a tutti la possibilità di esprimersi e di costruirsi una vita dignitosa. E invece trascorre le sue serate con amici e minorenni e premia tutte le partecipanti, nei modi più svariati, fino al paradosso di farne delle ministre, vantandosene anche.
Su Camminando Scalzi potete leggere il mio nuovo articolo. Parlo di questo, delle giovani escort, delle loro mamme e di mr Bunga Bunga. Buona lettura!

19 marzo 2011

La Corte dei Diritti dell'Uomo asservita al Bunga Bunga

Voglio raccontarvi una cosa che mi è capitata esattamente un anno fa.
In uno dei più rinomati ospedali ostetrici e pediatrici di Milano, mentre ero in sala parto e stava per nascere mio figlio, ho individuato, sulla parete accanto a me, un crocifisso. Io sono italiana ma non sono cattolica. D'istinto stavo per chiedere di toglierlo perché quell'immagine disturbava l'intensità di ciò che mi stava accadendo in un momento così speciale per la vita di ogni donna, di qualunque fede religiosa. Avrei voluto davvero discutere, litigare se necessario, far valere i miei diritti di donna libera e di cittadina di uno stato (sulla carta) laico. Invece quel simbolo mi è stato imposto e, data la particolarità della situazione, ho deciso di evitare polemiche. E così è nato mio figlio e in tutte le foto ricordo scattate quel giorno, insieme a me, al mio compagno e a quella piccola creatura indifesa compare qualcosa che non mi appartiene e che, anzi, mi crea disagio.
Vi ho  raccontato questa storia perché è notizia di ieri l'assurda sentenza della Corte Europea di Strasburgo che ha sancito che esporre il crocifisso nei luoghi pubblici in Italia, non viola i diritti di nessun uomo, né limita la libertà religiosa dei non cattolici.
E' triste constatare che chi dovrebbe difenderci, indipendentemente dalla nostra fede religiosa, dalla nostra etnia o tendenza sessuale, chi dovrebbe essere super partes, si schiera palesemente con un modo di pensare dilagante in questo momento storico nel nostro Paese, un approccio prepotente che si arroga il diritto di decidere al posto nostro quale sia la nostra identità, quello in cui dovremmo riconoscerci, ciò che dovrebbe essere giusto credere o non credere.
E così a 150 anni dall'unità d'Italia, il Vaticano vince la sue ennesima battaglia, conquistandosi il diritto di esporre liberamente nel nostro Paese un simbolo che altro non è che un'immagine religiosa di chiaro stampo cattolico.
Più volte mi sono sentita dire: ma che fastidio ti da? Sei italiana, no? Fa parte della nostra identità...
Cercherò di spiegarvelo una volta per tutte. Per me il crocifisso è un'immagine di morte. Per me su quelle croci hanno ucciso tanti uomini, colpevoli o innocenti che fossero. Per me quel simbolo sancisce e giustifica la pena di morte, mi ricorda il dolore di persone uccise in modo così atroce. E' come esporre una ghigliottina, una donna che sta per essere lapidata, un patibolo con tanto di cappio o un plotone pronto a sparare. Al di là della fede religiosa e dell'essere cristiani, Gesù è un personaggio che appartiene alla nostra storia e che ha impiegato tutta la sua breve esistenza a diffondere un messaggio d'amore e di pace. Io trovo quantomeno bizzarro  che sia ricordato con un simbolo strettamente legato alla morte, sua e di altri uomini, al dolore e alla sofferenza di tutte quelle povere anime che lui così tanto amava.
Quello che io vorrei sapere è se è giusto, secondo la Grande Camera, che chi non si identifica nella chiesa cattolica, sia costretto a vivere queste sensazioni dolorose e questi disagi. Vorrei sapere se non è questa una limitazione dei diritti di chi, in quel crocifisso, non riconosce proprio un bel niente, pur essendo italiana. Vorrei sapere, ancora, se sia giusto, in un paese che si dice civile, imporre a chi appartiene ad altre fedi religiose e a chi non è italiano un simbolo che non appartiene alla nostra identità nazionale ma serve solo a ricordarci in ogni momento che l'Italia non è affatto un Paese laico, ma solo un burattino mosso dai fili del Vaticano.

Forse bisognerebbe, ancora una volta, chiedere al signor Bunga Bunga, come ha fatto ad entrare nelle grazie dei signori di Strasburgo, che, a sorpresa, hanno capovolto una prima sentenza che sembrava dovesse essere oramai definitiva. Una vittoria che probabilmente farà dimenticare al signor Ratzinger le marachelle del suo amichetto Silvio. D'altra parte, poverino, con i minorenni ci vanno i sacerdoti, perché non potrebbe farlo lui? In fondo sono belle bambine, ehm ehm donne, che cosa c'è di male a desiderarle e pagarle per prestazioni sessuali? Se poi ci scappa l'aiuto ad ottenere una meravigliosa e inaspettata vittoria, gli perdoniamo proprio, ma proprio tutto.

8 marzo 2011

L'8 marzo e l'opportunità di essere donna

Oggi è la festa della donna, per molti ma non per tutti. Per me no.
Non c'è niente da festeggiare, niente da sbandierare al mondo, niente da dimostrare.
In questo giorno io non accetto auguri, né mimose. Accetterei volentieri dei segnali chiari che le cose in Italia e nel mondo stiano cambiando, a proposito delle difficoltà incontrate da ogni donna. Ma questo non accade, e invece ovunque si parla di come verrà trascorso un giorno come gli altri, un giorno in cui si preferisce parlare di donne scatenate in discoteca o in pizzeria, dimenticando che cosa significa davvero essere donna.
Donne violentate, donne costrette a lasciare il lavoro per crescere i propri figli, donne picchiate, donne sfruttate. Donne che, loro malgrado, devono rinunciare ai propri sogni per le regole rigide di questa società basata su chiari meccanismi maschili. Trasformarsi in uomini sembra essere l'unica soluzione per una vita dignitosa... Ecco il triste compromesso: rimanere donne e vivere la femminilità come verrebbe naturale ad ognuna di noi, oppure rinunciare. Convincersi di non desiderare figli, di non voler mettere la minigonna, di non aver bisogno di esprimere la propria sensibilità. Trasformarsi in donne-uomini dalle 12 ore di lavoro al giorno sembra davvero essere l'unico modo per sopravvivere...
Tutto ciò non ha senso. Ed è triste consapevolizzare che chi è controcorrente rimane inevitabilmente vittima dei meccanismi che vi ho descritto... Se decide di diventare mamma perde il lavoro, se mette la minigonna viene violentata ed è anche considerata colpevole, se non lavora come un uomo per tutto il giorno, dimenticandosi dei figli che hanno bisogno di lei, viene declassata e spesso licenziata.
In occasione dell'8 marzo ho scritto un nuovo articolo per Camminando Scalzi, parla di violenza.  di pregiudizi, di luoghi comuni, di dolore. Parla di donne. Buona lettura!

2 marzo 2011

Basta basta basta

Proprio in questi giorni il vescovo della chiesa cattolica di Foligno, Arduino Bertoldo, ha dichiarato che le donne inducono in tentazione gli uomini facendoli cadere nel peccato e spingendoli alla violenza, e, dunque, fanno più vittime dei preti pedofili. 
Insomma la sensualità, il modo di esprimere la propria femminilità, una gonna corta o una maglietta scollata sarebbero secondo quest'uomo la prima causa di comportamenti violenti maschili nei confronti delle donne. 
Non ci sono parole per esprimere la bassezza di questa dichiarazione. E' una vergogna che esistano ancora persone capaci di svilire a tal punto la vera essenza femminile, e che queste persone facciano parte di un'organizzazione, la chiesa cattolica, che ancora si spaccia per "amorevole e cristiana". Che amore è? Che messaggio è? 
Vogliamo svegliarci da questo sonno profondo in cui siamo precipitati e renderci conto che persone come il signor Bertoldo sono lontani anni luce dall'amore, dalla consapevolezza, dalla solidarietà e da tutte quelle belle parole che pronunciano in continuazione durante i loro sermoni?
Certo parlano di amore, e un attimo dopo ci dicono come DEVE essere l'amore giusto, come se ci fossero regole per amare... Condannano la violenza, ma poi precisano che noi donne faremmo meglio ad uscire di casa coperte dalla testa ai piedi perché si sa, se provochiamo poi induciamo al peccato. Come se gli uomini fossero dei mostri incapaci di controllare i loro impulsi sessuali.
Stiamo parlando dello stesso genio che poco tempo fa ha difeso Berlusconi nello scontro con Vendola.
Cito letteralmente:

Vendola chiede a Berlusconi di cambiare stile di vita, ma lui si é guardato? Almeno Berlusconi nel peccato, non offende la regola naturale, segue la natura.Vendola offende sia il peccato che la natura e dunque sta messo molto, ma molto peggio e taccia.
Persone come questa rappresentano la comunità cattolica. Io mi vergognerei se fossi cattolica. Come mi vergogno di essere italiana perché mio malgrado sono rappresentata nel mondo dal nostro capo del governo. Ma questo è un altro discorso.
Questo post probabilmente non risulterà equilibrato, e forse non sarà neanche tanto chiaro... Magari vi starete chiedendo dove voglio arrivare...
La verità è che non lo so neanche io, so solo che in me è forte la voglia di dire basta.
Basta con questo maschilismo, basta con l'ipocrisia dilagante, basta con queste dichiarazioni che offendono la vera essenza di ogni essere umano, che riducono le donne a oggetti e gli uomini ad animali vittime dei propri impulsi. Basta...
E' uno sfogo, sono parole di una persona che si indigna al solo pensiero che qualcuno esprima questi pensieri gretti e vergognosi e soprattutto che quel qualcuno venga ascoltato e magari si conquisti anche il plauso di una folla addormentata che ha smesso di pensare con la propria testa da chissà quanto tempo.
Basta. Svegliamoci e rendiamoci conto di che gente stiamo parlando. La stessa gente che violenta i bambini e poi magari dice che erano provocanti... Basta.




26 febbraio 2011

Allattamento naturale: suggerimento n°7

Allatto mio figlio da undici mesi e, lo ripeto spesso, è stata ed è tuttora un'esperienza meravigliosa.
Detto ciò voglio essere sincera con voi... Allattare non è una passeggiata e spesso si attraversano momenti davvero impegnativi.
Allattare significa crescere insieme al proprio bebè, diventare una mamma sempre più consapevole, donarsi completamente, intraprendere un percorso tanto gratificante quanto complesso e intenso.
In questi mesi ho incontrato tante difficoltà, ho attraversato momenti di stanchezza fisica e mentale, mi sono sentita almeno una volta: incapace, frustrata, prosciugata, giù di morale, disperata perché non sapevo che cosa fare, con tanta voglia di evadere... A volte i bimbi piangono senza fermarsi per notti intere, a volte non mangiano, a volte non vogliono attaccarsi, può capitare che rifiutino il seno, altre volte non fanno altro che chiederlo, succhiano per ore ininterrottamente... Ci sono giorni in cui ci sembra di non capire il nostro bambino che cosa vuole, giorni in cui ci sembra d'impazzire...
Ho imparato in questi mesi ad accettare la responsabilità di nutrire mio figlio, con tutte le conseguenze che questo comporta, nel bene e nel male. Ho imparato a lasciar andare lo stress, ho consapevolizzato che nessuno è perfetto e che ogni mamma può commettere degli errori e che mettercela tutta per dare il meglio al proprio bambino è senz'altro il giusto punto di partenza.
Ho capito che nessuna mamma può avere tutto sotto controllo, che bisogna vivere giorno dopo giorno il miracolo di un esserino che cresce, si dona alla vita, impara a capire i suoi bisogni e cerca di comunicarli alla sua mamma, il suo punto di riferimento in questa sua nuova avventura!
Ed eccomi dunque giunta al suggerimento di questo post: alle prime difficoltà non mollate... Molte donne piuttosto che parlarne con qualcuno si convincono di non essere capaci di nutrire il proprio bambino, si sentono sole, non hanno il giusto supporto dalle persone che le circondano e così decidono di smettere, imputando all'allattamento l'origine di quel profondo malessere.
Invece non bisogna chiudersi in se stesse, bisogna parlare, parlare e ancora parlare. Immediatamente si scopre di non essere sole ma di essere in compagnia praticamente di tutte le neo mamme al mondo, che, in modi diversi, stanno vivendo le stesse difficoltà.
Chiedete aiuto e assistenza a chi può offrirvela. Un'amica che ha allattato, il papà che non aspetta altro che rendersi utile, le ostetriche dell'ospedale dove avete partorito, il personale del consultorio dove pesate il vostro bimbo. Cercate un mentore, una persona capace di tranquillizzarvi, qualcuno di cui vi fidate, qualunque esso sia. Anche me se vi va!
L'importante è non sentirsi stupide, non pensare che le proprie sensazioni siano il delirio di una persona debole e stanca; mai sminuirsi, accettare piuttosto le difficoltà e andare avanti, magari ridendoci su grazie alle parole di qualcuno che ci è già passato!!

24 febbraio 2011

Tutta colpa degli architetti

Continua la mia collaborazione con la blog-zine Camminando Scalzi.
Il mio nuovo articolo parla delle difficoltà incontrate da noi poveri architetti nel complicato, e spesso sconosciuto, processo che è la progettazione edilizia... Strapazzati tra committenza, normative, tempistiche impossibili da rispettare, imprese e imprevisti di cantiere, spesso gli architetti sono costretti, loro malgrado, ad accettare compromessi, a rinunciare alle loro idee, a modificare mille volte il proprio progetto. Tutto questo a scapito della qualità progettuale che, in Italia, è quasi un'utopia.
Architettura sostenibile, città a misura d'uomo, risparmio energetico, tutti concetti che non trovano applicazione nel complicato mondo dell'edilizia italiana, sottomessa, il più delle volte, alla triste legge della speculazione che ha come primo obiettivo arricchire gli imprenditori di turno...
Certo, non tutti gli architetti sono esenti ma colpe, ma, credetemi, molti di noi vorrebbero poter produrre opere di qualità migliore, se non altro per la passione e l'amore che abbiamo per l'architettura e, perché no, per ottenere riconoscimenti e pubblicazioni. Ma per lavorare bisogna tristemente piegarsi alla legge del soldo e al magna magna generale e dilagante nel mondo dell'edilizia.

14 febbraio 2011

Sbattezzarsi per dire basta

Rimango sempre stupita quando leggo e ascolto notizie relative a tutte le assurdità che il signor Ratzinger continua a dire durante i suoi discorsi domenicali.
Insomma amore cristiano, apertura verso il prossimo, accoglienza di popolazioni ed etnie straniere... 
Cito le sue parole:
"Davanti a questa esigenza, ad esempio, il pietoso caso dei quattro bambini Rom, morti la scorsa settimana alla periferia di questa città, nella loro baracca bruciata, impone di domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell'amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto. E questa domanda vale per tanti altri avvenimenti dolorosi, piu' o meno noti, che avvengono quotidianamente nelle nostre citta' e nei nostri paesi"
Se queste stesse parole fossero state pronunciate da qualcun altro le avrei senz'altro accettate come un inno all'amore e alla fratellanza e avrei considerato quella persona un uomo quantomeno proteso verso una società migliore. Ma le ha pronunciate chi, con la stessa apparente pietà, ha perdonato i numerosi preti pedofili, ha condannato alle malattie più gravi intere popolazioni col divieto di usare i condoms, si è opposto all'introduzione dell'ora di educazione sessuale nelle scuole italiane, preferendo l'ignoranza facile da manipolare alla conoscenza che potrebbe aiutare a vincere tanti pregiudizi e tante perversioni. Quell'uomo dedica interi sermoni a far finta di dar voce alle popolazioni vinte dalla fame e dalla povertà, incitando alla generosità e all'aiuto materiale, quando riuscirebbe a sfamare l'intera Africa semplicemente vendendo i suoi gioielli e rinunciando a tutti i privilegi che ottiene un uomo diventando capo della chiesa.
Insomma ai miei occhi (e spero non solo ai miei...) l'ipocrisia regna sovrana. Siamo difronte a qualcuno che non ha niente di neppur lontanamente simile alla spiritualità e all'amore cristiano (in nome del quale opera tutte le sue bassezze).
Gesù, a prescindere dalle strumentalizzazioni cattoliche, è un esempio documentato, di un uomo che ha davvero dedicato la sua vita alla diffusione del suo messaggio di amore.
Gesù non ha niente a che vedere con chi, mascherandosi da falsa guida spirituale, non fa altro che accumulare proseliti in nome dei quali può liberamente operare le sue malvagità e i suoi giochi di potere.


Non sono cattolica e non cerco certo di nasconderlo come avrete notato. 
Anzi sono orgogliosa di non far più parte dell'esercito di quelle persone, in nome delle quali, continuano ad essere operate le cose più terribili. Ho scelto lo sbattezzo, pratica che volutamente viene tenuta nascosta, e di cui nessuno conosce l'esistenza, anche chi non si riconosce più in una chiesa che vive delle stesse dinamiche di uno stato affamato di potere e di ricchezza e che nasconde per interessi propri i più terribili e i più vergognosi crimini, come la pedofilia, dilagante in un mondo che dovrebbe accogliere invece di violentare gli esseri più indifesi che esistano, i nostri bambini.

Sbattezzarsi è un atto consapevole che serve a dire basta. Sono una donna libera da condizionamenti imposti da millenni, libera di pensare con la mia testa, libera di donare amore e aiuto in modo consapevole, perché per essere amorevoli, per prestare servizio disinteressato a chi ne ha davvero bisogno, per donare, come si dona senza voler niente in cambio, vi assicuro che non si deve essere cattolici. E' una cosa che viene dal cuore e non c'è bisogno di nessuno che si arroghi il diritto, e paradossalmente anche il dovere, di dirci come si fa. Ognuno di noi conosce l'amore perché lo ha dentro di sé, nella propria parte più intima e profonda. Bisognerebbe solo imparare ad ascoltare se stessi invece di nascondersi dietro le parole di qualcun altro, soprattutto se quel qualcuno dice di possedere la Verità Assoluta.

Allattamento naturale: suggerimento n°6

Ricordatevi che i bambini non crescono perché mangiano, ma mangiano perché crescono...
Quindi non spaventatevi se non sono costanti nell'alimentarsi, loro sanno autoregolarsi. In certi momenti mangiano poco, in altri non fanno altro che succhiare! E' del tutto normale, fa parte del loro processo di crescita.
Ci sono poi dei periodi che durano da qualche giorno ad una settimana in cui sono affamatissimi e voraci e vi chiedono in continuazione di attaccarsi al seno sia di giorno che di notte. Si tratta dei cosiddetti scatti di crescita, momenti in cui i bimbi danno il segnale all'organismo della mamma che stanno crescendo e hanno bisogno che il latte materno si modifichi sia nella composizione sia nella quantità prodotta... Assecondateli nelle loro richieste ed in pochi giorni tutto ritornerà alla normalità, il latte della mamma sarà pronto per le nuove esigenze dei piccoli! In genere questi periodi si verificano intorno alle 2-3 settimane di vita, intorno alle 6 settimane ed intorno ai 3 mesi. Ce ne sono poi altri al sesto mese e all'ottavo, ma spesso si notano meno.
Essere a conoscenza della loro esistenza vi aiuterà senza dubbio ad affrontare lo stress e la stanchezza tipici di quei giorni, evitando il panico e la preoccupazione di chi all'improvviso crede di non aver più latte o di non essere in grado di saziare il proprio bebè. Ripetetevi che va tutto bene e che presto il vostro bambino ritornerà quello di una volta!


13 febbraio 2011

Nuova collaborazione con Camminandoscalzi.it

Da oggi è iniziata la mia collaborazione con la blog-zine Camminando Scalzi.
Una rivista on-line nata con l'intento, finora pienamente rispettato, di dar voce libera e indipendente a chiunque volesse dire la sua.
Il mio primo articolo ha aperto la rubrica (Pre)cari amici, uno sguardo sulla triste situazione del lavoro precario nel nostro Paese, per dare la possibilità a tutti, giovani e meno giovani, di denunciare ogni forma di precariato e di disagio professionale che si subisce, spesso inascoltati, in Italia.
Mancanza di certezze, nessuna assistenza, sfruttamento selvaggio e tutto ciò che spesso rende difficoltosa la costruzione del proprio futuro e, molte volte, uccide i sogni e le ambizioni di una generazione che ha imparato a vivere alla giornata... Con tutte le conseguenze che ne derivano.
Allora che dire... Buona lettura!

5 febbraio 2011

Allattamento naturale: suggerimento n°5

Molto spesso viene consigliato alle giovani mamme che allattano di gestire e alternare i seni ad ogni poppata per svuotarli entrambi ed evitare ingorghi mammari e problemi di vario genere.
In realtà questa pratica non è la soluzione ottimale, anzi ha una serie di controindicazioni più o meno gravi, che sarebbe meglio evitare.
Innanzitutto il latte prodotto dai seni non è uguale durante tutta la poppata ma diventa man mano più denso e nutriente: deve essere il neonato a decidere quanta fame ha e quanto latte vuole. Se avrà solo sete succhierà per pochi minuti prendendosi il latte più fresco e leggero, se  affamato arriverà fino all'ultimo latte, svuotando completamente il seno. Alternare volutamente questo meccanismo può creare problemi di crescita nei piccoli bebè che, a metà poppata, si trovano di nuovo a ricominciare d capo dal primo latte, perdendosi la fine del seno precedente, il latte più grasso e nutriente.
Dunque non cambiate seno durante una poppata, lasciate che il vostro bimbo ne svuoti completamente uno e, solo in questo caso, se dovesse staccarsi e piangere perché ha ancora fame, offritegli l'altro seno.
Alternate invece i seni ad ogni poppata successiva, e se nella poppata precedente il bimbo ha succhiato da tutte i due seni per una fame insaziabile, ricordatevi di cominciare dall'ultimo che gli è stato offerto.
Se nei primi mesi di vita dei vostri cuccioli, quando le poppate sono molto frequenti, avete qualche problema a ricordarvi quale seno offrire alla loro richiesta successiva, potete usare un anello o una spilla che vi servirà a "segnare" il lato di turno.

3 febbraio 2011

Evviva gli sposi: l'epilogo...

Per chiudere definitivamente questa avventura, voglio condividere con voi alcune considerazioni maturate in quei momenti così intensi di preparazione al grande giorno. Organizzare un matrimonio è di per sé impegnativo, farlo in un mese lo è ancor di più, soprattutto quando lo si fa in prima persona cercando di occuparsi della maggior parte delle cose e di assicurarsi che tutto vada per il meglio, secondo le proprie idee...
Chi lavora nel mio campo di certo capirà quando dico che organizzare una festa è un po' come seguire un cantiere... Bisogna star dietro a tutto e a tutti, altrimenti la situazione può sfuggire di mano e ci si ritrova in una festa che non è quella che si era sognata!
Più passavano i giorni e più mi rendevo conto che lavorare ad un evento, di qualunque tipo si tratti, studiarne i dettagli, curarne la grafica, scegliere un logo, personalizzare inviti, locandine e quant'altro, era un'attività che mi piaceva e che, per certi versi, ben si sposava con le mie competenze se non di architetto, almeno di grafico e persona abituata a curare i dettagli e a realizzare ciò che si ha nella propria testa in modo facile ed economico.
Per chi non lo sapesse gli architetti sono capaci di fare molte cose oltre alla solita piantina di un appartamento, e sono predisposti per forma mentis a curare la resa artistica di ogni cosa, dalla più banale alla più complessa. 
Fatte queste premesse utilizzo il mio blog per farmi un po' di pubblicità... Se qualcuno tra di voi o i vostri amici o gli amici degli amici, avesse voglia di organizzare un bell'evento e avesse bisogno di idee originali e di qualcuno che potesse realizzarle, eccomi.... Io ci sono!
Soprattutto per quanto riguarda la parte grafica, la creazione e la stampa di locandine, inviti, gadget. Di certo non costo come le società del settore e il risultato sarà più semplice e personale!

Per approfondimenti consulta Il blog dei matrimoni alternativi.

2 febbraio 2011

Evviva gli sposi: e vissero tutti felici e contenti...

Con mio grande rammarico giungo all'ultimo post relativo al mio matrimonio... Doveva pur accadere prima o poi, anche se si tratta di un matrimonio alternativo!
Voglio dedicare queste ultime parole a qualche riflessione del dopo-matrimonio.
Pare che tutti gli invitati siano stati contenti della giornata trascorsa insieme a noi; anche quelli più tradizionali, abituati ai soliti interminabili ricevimenti nei ristoranti, si sono a sorpresa divertiti, apprezzando soprattutto la possibilità di muoversi e passare del tempo con tutti gli altri invitati, non essendo vincolati a stare seduti ad un tavolo.
Gli assaggi preparati dal nostro chef, che avevano come tema la tradizione culinaria campana, non solo sono piaciuti, ma hanno accontentato anche i palati più esigenti e le pance più capienti!
Il vino è volato via a fiumi ed anche lo spumante finale... L'insolita scelta del babà come dolce nuziale è stata la degna chiusura di un buffet molto gradito perché originale pur rimanendo semplice e casareccio!
Il libretto, o manuale di sopravvivenza, come lo abbiamo ironicamente intitolato, è stato un successo, ha fatto sorridere tutti facendo trascorrere qualche momento divertente.
Gli scatolini dei confetti sono stati accolti come una vera e propria bomboniera, per la presentazione curata e personalizzata...
I genitori degli sposi, che io simpaticamente chiamo i finanziatori, sono stati felici del fatto che tutti i loro parenti hanno trascorso una piacevole giornata, e si sono finalmente lasciati alle spalle la paura di fare una figuraccia, non trattandosi di un matrimonio tradizionale e, considerando l'irrisoria spesa affrontata...
E gli sposi sono assolutamente soddisfatti di aver organizzato un evento secondo i propri gusti, le proprie idee, i propri principi etici e morali. Sono soddisfatti di aver rispettato il budget previsto (che non vi rivelerò neanche sotto tortura...), di aver lasciato lavorare dei giovani volenterosi e pieni di risorse, di non aver alimentato l'affare matrimoni in nessun modo e di aver dimostrato che è possibile organizzare qualcosa di diverso che risulti ugualmente bello e piacevole, forse anche meglio riuscito di tanti matrimoni tradizionali.
Gli sposi sono soprattutto felici di aver fatto passare il messaggio (sperando di esserci almeno minimamente riusciti..) che non c'è bisogno di spendere tanti soldi per ricordare un giorno importante della propria vita... Che basta pensare con la propria testa e impegnarsi in prima persona perché un evento diventi un'opportunità per esprimersi, ognuno a modo proprio e con le proprie idee, lasciando da parte standard imposti e scelte fatte perché si dovevano fare...
Insomma... E vissero tutti felici e contenti...

1 febbraio 2011

Evviva gli sposi: nessuna festa è perfetta...

Mi sembra doveroso, per darvi un quadro completo della giornata delle nostre nozze, raccontarvi per onestà anche che cosa poteva andare meglio!
Come tutte le feste, anche la nostra ha presentato qualche inconveniente, più o meno prevedibile, che avremmo voluto con piacere evitare, ma che, per fortuna non ha pregiudicato la riuscita della giornata nel suo insieme.
Primo neo la famosa navetta che ha trasportato gli invitati dal parcheggio alla location, per un tragitto di soli 5 minuti, 10 totali tra carico e scarico passeggeri. Sulla carta niente di complicato ma...
Ma purtroppo diluviava e avevamo dimenticato di trovarci a Napoli all'ora di punta. La strada che conduceva alla villa era un doppio senso tutto curve e tornanti in salita con auto parcheggiate in modo improbabile un po' ovunque. Nonostante l'impegno e il self control dell'autista della navetta, non gli è stato possibile rispettare i tempi previsti, a causa di numerose manovre impreviste che ha dovuto svolgere quasi ad ogni viaggio. Morale della favola, i poveri invitati che hanno preso l'ultima navetta, un po' per galanteria un po' per rispettare l'ordine di arrivo al parcheggio, si sono ritrovati in sala praticamente a festa semi iniziata. Il nostro chef, infatti, si è trovato obbligato a dare il via alle danze quando qualcuno ancora mancava all'appello. Sia per intrattenere chi era già arrivato da quasi un'ora, sia per non accumulare troppo ritardo sulla tabella di marcia che prevedeva il taglio della torta intorno alle 16:30!
Altro momento di caos generale è stata la parte finale del ricevimento, dai dolci ai confetti, passando per il taglio della torta. Arrivati un po' in ritardo all'epilogo della festa, non appena sono stati serviti i vassoi con la pasticceria mignon, è iniziata una vera e propria corsa contro il tempo che ha visto in rapida sequenza: dolci, torta nuziale, taglio della torta e qualche foto, brindisi e spumante, confettata finale con distribuzione scatolini (tavolo allestito infelicemente accanto al guardaroba con l'immaginabile delirio che si è generato...), saluti, baci, ringraziamenti, attesa navetta, partenza... Nella baraonda appena descritta ci siamo completamente dimenticati di offrire ai nostri poveri invitati un caffè e un ammazza caffè...
E come ciliegina sulla torta, il nostro piccolo ometto da metà ricevimento in poi, è stato colto da mammite acuta e ha praticamente preteso di stare costantemente in braccio a me piangendo ininterrottamente per quasi due ore. Quindi ultima nota negativa (soprattutto per me) della giornata, è stata il fatto che la sposa si è dedicata poco ai suoi invitati e al buon cibo, completamente assorbita da un bimbo di 10 mesi stravolto e stanco, che di dormire non aveva proprio nessuna voglia! E' vero che i festeggiati non riescono mai a godersi fino in fondo la propria festa, ma quando di mezzo c'è un figlio piccolo la situazione peggiora drasticamente...

30 gennaio 2011

Evviva gli sposi: piccoli dettagli...

Chi ha letto i miei post relativi all'organizzazione del matrimonio sa che abbiamo deciso di organizzare una "semplice" festa per ricordare le nostre nozze, senza ricadere negli eccessi tipici dei matrimoni che vengono organizzati soprattutto nel sud d'Italia. Dunque niente super pranzo infinito, ma un ricevimento all'impiedi, con tavolini da appoggio, senza posti assegnati, per lasciare agli invitati la libertà di muoversi, chiacchierare, salutare tutti, e, nello stesso tempo, mangiare qualcosina. Una giornata tipo "happy hour" alla milanese, creando un'atmosfera soft e rilassante... Musica di sottofondo (quasi subito coperta dalle chiacchiere rumorose degli invitati...), camerieri con vassoio che giravano ad offrire piccoli assaggi di buon cibo campano, vino a volontà self service, divani e poltrone in stile che creavano quell'atmosfera casalinga che tanto ci piaceva perché così intima e raffinata, e così diversa dai quei tipici ristoranti da ricevimenti, ai nostri occhi freddi e impersonali!
Una giornata diversa dal solito ma curata nei dettagli. Piccoli dettagli che fanno la differenza...
Ad accogliere gli invitati, oltre a cordiali ragazze, anche un divertente libretto fai-da-te stampato da noi su carta avorio e rilegato con raffia marrone (in tinta con la sposa) che aveva l'obiettivo di preparare parenti e amici a ciò che li aspettava, e, nello stesso tempo, di intrattenerli ironicamente nell'attesa dell'inizio della festa. Sì perchè, arroccata sulla collina del Vomero, la villa scelta come location, poteva essere raggiunta solo da poche auto. Tutti gli invitati sono stati "traghettati" (data la pioggia nesun'altra parola rende meglio l'idea...) da un servizio navetta che ha distribuito nell'arco di un'oretta l'arrivo di tutti!
Dunque in quel lasso di tempodi tempo, la simpatica lettura ha allietato, insieme ad un aperitivo e a qualche stuzzichino, l'attesa del via al buffet... Non avendo fatto bomboniere, l''oggetto, che tutti hanno portato via, è diventato un simpatico gadget da conservare come ricordo del nostro matrimonio!
Un abbondante menù campano ha allietato gli ospiti con babà finale... Una torta nuziale senza piani (un solo piano terra)... Assolutamente in tinta con la sposa, il babà è stato la degna conclusione di un ottimo pranzo, con servizio originale e ricercato, pur rimanendo all'interno dei nostri sapori più tradizionali.
Simbolici ricordi sono stati regalati ai testimoni e a chi, come l'officiante, ha attivamente partecipato alla giornata. Oggetti della tradizione marinara, che simbolicamente, con l'aiuto di un bigliettino, si sono trasformati in una bella dichiarazione di amicizia. Sì perché, per scelta consapevole degli sposi, testimoni e officiante erano amici, selezionati volutamente al di fuori della cerchia dei parenti.
Una scatoletta trasparente con confetti multigusto bianchi e smarties colorati, su cui è stato applicato un adesivo (sempre di nostra creazione) è stata donata a tutti gli altri invitati prima dei saluti finali. Su tutto compariva il nostro logo, un particolare di un quadro che noi amiamo molto che raffigura un uomo e una donna di spalle che si tengono per mano. Immagine comparsa per la prima volta sulle partecipazioni e che ha accompagnato gli invitati fino all'arrivederci agli sposi alla fine della festa.
Insomma, per quanto possibile, nulla è stato lasciato al caso...

29 gennaio 2011

Evviva gli sposi: sposa bagnata sposa sfigata...

Come sapete ci siamo sposati in Municipio con rito civile.
Raggiungere il Municipio di Napoli è stata un'impresa. Dopo circa due settimane di clima primaverile, sole e tanto caldo, il 22 gennaio ci ha ricordato che eravamo pur sempre in inverno: temperatura precipitata e diluvio universale... Una pioggia fitta e costante che è andata avanti ininterrottamente per tutto il giorno.
Credo che sposa bagnata sposa fortunata sia un detto inventato per consolare le povere spose sfigate, che, come me, hanno dovuto sopportare, oltre alla stanchezza presente indipendentemente dal tempo, anche il fastidio della pioggia, lo stress di mantenere un ombrello (bianco e carino ma così piccolo da risultare quasi inutile), e la concentrazione necessaria per non inciampare tra tacchi ottanta e pozzanghere...
Per non parlare del freddo preso causa scollatura profonda davanti e dietro, e impossibilità di indossare un soprabito degno di questo nome, perché pare che una sposa coperta sia qualcosa di inguardabile!
Comunque giunti davanti al tavolo dell'officiante tutto è stato dimenticato in un istante perché l'emozione ha preso il sopravvento!
A sposarci è stato un nostro caro amico... Avremmo voluto mettere delle musiche per accompagnare i momenti salienti della cerimonia  ma purtroppo, non per colpa nostra, non ci è stato possibile.
Il divieto di utilizzare impianti con casse adeguate per non disturbare i visitatori del museo che si trova proprio accanto alla sala dove si officiano i matrimoni, ci ha impedito di utilizzare un impianto capace di produrre un suono che potesse sentirsi nonostante il vociare di più di 50 persone.
In compenso ricordo di essere stata accolta da tanti applausi come degni sostituti della "sognata" marcia nuziale!
La scelta dell'officiante è stata una fantastica scoperta. Il nostro amico ha un futuro assicurato come officiante di matrimoni se dovesse andare male la sua attività... Noi invece come sposi siamo stati un disastro, abbiamo praticamente improvvisato tutto presi dall'emozione. Allo scambio degli anelli, che abbiamo voluto inserire nonostante non fosse obbligatorio, le parole che avevo scelto accuratamente nei giorni precedenti, da dire come promessa di un amore eterno, sono rimaste soltanto dell'inchiostro su un bigliettino... Ma mi hanno assicurato che ciò che ho detto senza pensarci era quantomeno di senso compiuto e si è capito benissimo... Che sollievo, mi era sembrato di farfugliare parole a caso!
E nonostante il diluvio e la temperatura vicino agli zero gradi, prima di fuggire verso la villa ci siamo sottoposti anche al tradizionale lancio del riso (con bimbo in braccio)... Ma per fortuna (bisogna essere ottimisti) avevamo l'ombrello per ripararci!!!! A qualcosa l'ombrellino è servito...

27 gennaio 2011

Evviva gli sposi: il fotografo...

Come tutti sapete nelle idee mie e di mio marito (che effetto strano chiamarlo così...) c'era la voglia di evitare di ricadere in scelte tradizionali che avrebbero per forza di cose alimentato un affare, quello dei matrimoni appunto, che noi non condividiamo, soprattutto per i soldi, spesso inutili, che le persone sono spinte a bruciare in sciocchezze.
Il fotografo, per esempio, rientrava in uno di quei tagli da noi operati, perché considerato un di più a cui poter facilmente sopperire con le foto amatoriali scattate da amici e parenti, semplicemente per conservare un ricordo di quella giornata. In più, come gusto personale, non amo particolarmente le foto in posa o quasi, i servizi fotografici e tutto quello che ai miei occhi è sempre sembrato molto "finto". Ho sempre preferito le classiche foto brutte capaci tuttavia di cristallizzare un momento, un'emozione, un sorriso...
La domanda legittima dunque è: che ci faceva a casa mia alle nove in punto un fotografo?
Il servizio fotografico è stato un regalo, a posteriori posso dire graditissimo, di una nostra cara amica. Ci è stato proposto nonostante i miei pensieri a riguardo, perché si tratta di un fotografo anche lui "alternativo"! Niente video, niente album a genitori, niente foto in posa con parenti vari e amici. Solo foto scattate a raffica con l'obiettivo di "seguirci" nella giornata. Così da casa mia al municipio alla festa, il fotografo è stato sempre con noi, ma in modo discreto, senza darci la sensazione di essere costantemente seguiti, stile Grande Fratello.
Ciò che ci verrà consegnato sarà un album con soli 35 scatti, scelti da lui, e, ecco la parte più interesante, un dvd con tutti gli scatti della giornata. Aspettiamo con ansia di vedere che cosa ne è venuto fuori!
Per ora posso dirvi che questa scelta non ha invaso i nostri spazi, obbligandoci ad eterne ore di filmati e foto in disparte, e in più il fotografo era anche super simpatico!
Dopo un'ora di foto con tutta la sacra famiglia in giro per casa, con particolare attenzione al mio piccolo mostro che gattonava alla velocità della luce, la sposa, la sua famiglia, la sua testimone (che nel frattempo si era aggiunta allo spensierato gruppo) e il mitico fotografo sono usciti direzione Municipio.

26 gennaio 2011

Evviva gli sposi: il grande giorno...

Dopo avervi coinvolto nell'organizzazione del mio matrimonio "alternativo", condividendo con voi scelte, dettagli, curiosità, mi sembra doveroso raccontarvi come è andata, descrivendovi come abbiamo vissuto quella che è stata una giornata speciale (e alternativa) per noi e per le nostre famiglie!
Ho deciso di utilizzare lo stesso sistema dei post relativi all'organizzazione, dividendo in pillole una giornata infinita per noi e impossibile da riassumere brevemente!
Ma cominciamo dal principio...
Il restauro della sposa non si è concluso, la sera prima delle nozze ma, come da tradizione, è ricominciato, per gli ultimi ritocchi, la mattina del grande giorno! Estetista e parrucchiere hanno invaso la mia casa dalle 6:30 in poi...
Ho insistito affinché questa tradizione fosse eliminata ma alla fine ho ceduto. Più che altro a convincermi è stato il fatto che alle 10:15 avrei dovuto lasciare la mia casa per recarmi in municipio, e senza degni aiutanti e con il mio piccolo ometto, che la mattina è più mammone che mai, non ce l'avrei mai fatta!
Così la giornata è iniziata tra smalti, trucco e una rapida messa in piega, mentre tra le altre cose ho cambiato il bimbo, l'ho allattato, l'ho vestito e ci ho giocato (doveri a cui una mamma non può sottrarsi, anche se ha l'aiuto dei nonni più volenterosi che esistano...)! In più in giro per casa c'erano il padre della sposa, il fratello della sposa e la mamma della sposa... Quattro persone più un bimbo di dieci mesi, tutti elettrizzati per l'evento e tutti capaci di fare in 45 minuti quello che normalmente avrebbero fatto in 10!
Insomma alle nove in punto eravamo tutti pronti ed io ero già distrutta!!! Mi sembrava di essere sveglia da 36 ore e invece tutto doveva ancora cominciare...
Vi starete sicuramente chiedendo perché alle nove invece delle dieci come anticipato... Ma che domande, un'ora spetta al fotografo....

21 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: il restauro della sposa...

A meno uno dal grande giorno ho solo il tempo di un post rapido...
Sì perché gli ultimi giorni sono assolutamente dedicati al restauro della sposa! Soprattutto se si ha un figlio piccolo, che significa dimenticarsi di essere una donna e fare la mamma a tempo pieno, bisogna fare quelle cose che hai cancellato dalle tue abitudini!
Parrucchiere ed estetista diventano i tuoi compagni di vita e si trascorrono due o tre giorni interi in loro compagnia!
Dunque scegliete gente simpatica e svelta che non trasformi in inferno gli ultimi momenti prima del delirio...
Sarò breve tanto chi mi ha letto dall'inizio può immaginare che cosa penso riguardo tutto il mondo che gira intorno ai matrimoni. Sia parrucchiere che estetista in genere propongono pacchetti completi a prezzi assurdi con prove e controprove, che dovrebbero iniziare almeno 10 giorni prima del giorno delle nozze...
Tutto inutile... Sarete belle lo stesso se vi prendete un paio di giorni per voi per rimettervi a nuovo, come se fosse un normale restauro di una donna che vuole essere più bella del solito!!!
Inoltre scegliete i giovani, che è per me un must di vita, sono bravi, aggiornati, più economici e più disposti ad ascoltarvi!
Dunque ecco l'ultima rapida regola per un matrimonio alternativo: estetista e parrucchiere solo gli ultimi giorni, fate scelte semplici e personali, cercate di rimanere e di sentirvi voi stesse che è la cosa più importante e più bella! Non sarà un'acconciatura speciale a farvi ricordare questo giorno, e di certo il vostro portafoglio ringrazierà!

19 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: il rito civile...

Non sono cattolica e per me il matrimonio non ha nessuna connotazione di carattere religioso. Sposarmi significa regolamentare ai fini della legge italiana, che non riconosce le coppie di fatto, un legame tra due individui che hanno già costituito una famiglia.
E per questo, scusate la parentesi seria e polemica, mi fa ridere il signor Ratzinger quando parla di tutelare il valore della famiglia, spingendo i giovani a sposarsi in chiesa con rito cattolico. Vorrei chiedergli, se ne avessi l'opportunità, come definirebbe due persone, come me e il mio compagno, che vivono da 10 anni insieme sotto lo stesso tetto, sono felici, si rispettano e si amano, condividono ogni giorno le piccole difficoltà e le gioie di una vita costruita pian piano insieme, hanno uno splendido figlio di 10 mesi, desiderato, concepito e amato dal primo istante della sua esistenza. Vorrei chiedergli se è un sì, detto davanti ad un altare, in cui tra le altre cose quasi nessuno crede veramente, a rendere tutto questo una famiglia.
Chiusa la parentesi polemica, mi sembra ovvia la nostra scelta di sposarci in Comune, come atto scelto in qualità di laici cittadini italiani.
Userò questo post, a 3 giorni dal grande giorno, per sfatare il mito che i riti civili siano meno intensi e belli di quelli religiosi. Al contrario vi dimostrerò brevemente che un rito civile può diventare un'opportunità, non concessa dalla chiesa cattolica, per rendere il proprio matrimonio unico e originale.
La prima particolarità di un rito civile, che non molti conoscono, è che ogni cittadino italiano, chiesta una delega al Sindaco della città dove si celebra il matrimonio, può diventare l'officiante del rito in questione, con tanto di fascia tricolore.
Questa è una splendida opportunità per coinvolgere una persona cara (oltre ai testimoni) che, simbolicamente, vi unirà in matrimonio. L'officiante ha il solo obbligo di leggere gli articoli del Codice Civile riguardanti il matrimonio e di fare la fatidica domanda che si dovrebbe concludere con il SI' degli sposi. Per il resto tutto è concesso e ci si può sbizzarrire con idee e trovate originali. Certo, se a sposarvi sarà l'impiegato comunale di turno, lui leggerà gli articoli e in 5 minuti tutto sarà finito. Ma proponendo un officiante ad hoc, potrete "costruire" con lui una cerimonia personale ed emozionante.
Si può inserire lo scambio degli anelli, la lettura di una poesia d'amore, si può lasciar parlare i testimoni o qualche invitato speciale, si possono ascoltare le promesse d'amore degli sposi, si possono inserire musiche, musicisti, cantanti... Insomma ciò che più vi piace per avere una cerimonia tutta vostra! Unico vincolo la durata: a Napoli il limite massimo è mezz'ora! Il tempo giusto per vivere un momento bello e particolare, senza che nessuno si annoi con prediche lunghe ore e ore...
Insomma non vi svelerò ciò che accadrà sabato anche perché noi abbiamo deciso di lasciare che l'officiante si organizzi da solo regalandoci un rito a sorpresa, ma ovviamente siamo sicuri che il caro amico che officerà il nostro rito civile lo renderà speciale!
Dunque che cosa c'è di più alternativo di un rito civile personalizzato e unico?

18 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: spazio ai giovani...

Quando vi ho parlato della location della nostra piccola festa, non mi sono soffermata a sufficienza sulla scelta del catering che si occuperà di far mangiare gli sposi e i loro invitati il giorno delle nozze.
Abbiamo escluso a priori i pacchetti completi proposti dalle ville che, per abitudine organizzano matrimoni, e abbiamo anche scartato le prestigiose e rinomate società di catering che operano a Napoli e dintorni.
Questo per due principali motivi: il primo è la solita voglia di non alimentare il mercato matrimoni che fa inspiegabilmente lievitare tutti i prezzi (se si tratta di una comunione, di un battesimo o di una festa di 18 anni chissà come mai costa tutto di meno); il secondo, e più importante per noi, è la scelta volontaria di dare l'opportunità ad un giovane chef di lavorare ad un evento decisamente più impegnativo di quello a cui i giovani sono in genere relegati.
Io ho lasciato Napoli perché non sono riuscita a trovare il mio spazio professionale nella città dove sono nata e cresciuta; da quando ho maturato questa dolorosa decisione ho promesso a me stessa che, per quanto mi fosse stato possibile, avrei agevolato in tutto e per tutto i giovani napoletani.
Il gigantesco mercato che gira intorno ai matrimoni esclude a priori che un giovane possa avere l'opportunità di organizzarne qualcuno, a meno che...
A meno che consapevolmente si scelga l'inesperienza, per dare una mano a chi ha tanto talento ma non ha la possibilità di dimostrarlo. Ci tengo a sottolineare che molte volte nel "pacchetto inesperienza" è presente anche un grande entusiasmo, una disponibilità e una voglia di fare che vanno ben oltre le solite proposte di chi organizza un servizio catering al giorno...
Ed inoltre si ha la possibilità di personalizzare molto la propria festa (di qualunque evento si tratti), e di dialogare in modo schietto e tranquillo con chi, insieme a voi, ha voglia che tutto riesca bene... Per lui o lei significherebbe pubblicità, per voi una bella festa e soldi (pochi, o comunque meno di ciò che si spenderebbe con scelte tradizionali) ben investiti!
Dunque a meno 4 dal giorno del matrimonio ecco la regola per fare scelte alternative (e che aiutino questa città a cambiare...): date l'opportunità ad un giovane di dimostrarvi quanto vale, ne rimarrete piacevolmente stupiti e, se così non dovesse essere, almeno avrete risparmiato tanti soldi!

17 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: l'abito da sposa...

Mi sembra doveroso dedicare un post alla scelta dell'abito che indosserò il grande giorno, sabato 22 gennaio, dunque tra soli 5 giorni!
Se avete letto i precedenti post sull'organizzazione del mio matrimonio, di certo potete immaginare il mio pensiero sui classici abiti bianchi!
Splendidi abiti da sera, spesso impreziositi da perline, brillantini, decorazioni fatte a mano, pizzi strepitosi e chi più ne ha più ne metta... Unica costante: il colore bianco. Bianco come la purezza della sposa, che arriva all'altare illibata e intatta... O almeno dovrebbe...
In effetti io credo che al giorno d'oggi tutte le spose (o quasi)  sono piuttosto "navigate", altro che pure! E io, per non far venire il dubbio a nessuno, raggiungo questo giorno con il seguito di un figlio di 10 mesi...
Dunque direi che è chiaro che proprio pura pura non lo sono più! Quindi l'abito bianco, per quello che rappresenta, mi sembrava un tantino fuori luogo!
In più, come sempre, sono contraria a tutto quello che appartiene a ciò che io chiamo l'affare matrimoni, di cui l'abito da sposa è il pezzo forte!
Nulla da dire sulla preziosità e la bellezza degli abiti proposti, ma è chiaro che se lo stesso abito fosse rosa o grigio o nero, e non fosse identificato come abito da sposa, costerebbe almeno la metà. In più trovo ridicolo dover scegliere un abito 2 anni prima (io in due anni sono ingrassata 16 chili durante la gravidanza, poi ne ho persi 10 nei 10 mesi successivi...) per poi dover fare infinite ed estenuanti prove fino alla settimana prima del giorno stabilito per le nozze. Perché non si può comprare un abito qualche settimana prima del matrimonio e, come si fa sempre per le grandi occasioni, prendersi per sicurezza il tempo di una visita dalla sarta per eventuali ritocchi??? Mistero della fede...
Quindi, premesso che non si svela come sarà vestita la sposa, avrete capito in che direzione è stata fatta la mia scelta! Ho preferito approfittarne per acquistare un abito da sera, bello da impazzire, di quelli che ogni donna sogna di comprare ma non ne hai mai l'occasione a meno che non le capiti di partecipare alla notte degli Oscar! E il massimo della soddisfazione (so che le donne possono capirmi) è stata la sensazione, dopo un acquisto così importante, di aver fatto un affarone! Certo perché rispetto a quello che la convenzione mi obbligava a comprare ho risparmiato davvero tanti tanti soldi e mi ritrovo con un bel vestito che, spero, avrò l'occasione di rindossare facendo ogni volta il mio figurone!
Dunque la regola del giorno per un perfetto matrimonio alternativo è la seguente: non fissatevi sempre con le stesse tonalità di bianco per il vostro abito da sposa... Ne esistono davvero tante, tipo bianco castagna, bianco perla, bianco fragola, bianco lavagna, bianco notte!!!! Vi assicuro che sarete originali, bellissime e il vostro portafoglio ne sarà davvero felice!

16 gennaio 2011

Allattamento naturale: suggerimento n°4

Quando ho seguito il corso pre-parto in un rinomato ospedale milanese, l'ostetrica che lo  conduceva ha dedicato diversi incontri all'allattamento al seno. Il consiglio che ricordo con maggiore chiarezza e che diverse volte mi è tornato utile, è stato quello di ripeterci una certa frase ogni qualvolta ci fossimo trovate difronte al dubbio che l'esperienza dell'allattamento stesse andando a buon fine.
Vi riporto quelle parole che nella mia esperienza sono diventate una specie di mantra:

Non importa quanto mangia il vostro bebè ma solo quanto cresce!

Mai forzare il neonato. Se lui vuole succhiare succhia. Non preoccupatevi se ha mangiato troppo o troppo poco, assecondatelo nella ricerca del seno e non staccatelo mai prima che lui lasci la presa. E nei momenti di panico, staccate la spina alla vostra mente che vi farà concentrare sulle mille piccole difficoltà incontrate e cominciate a ripetere le parole magiche che avete appena letto!
E perché il peso del vostro bimbo non diventi una fissazione per voi, vi consiglio di non comprare o affittare nessun tipo di bilancia per pesarlo. Inutile (e controproducente) è anche pesare i bambini prima e dopo le poppate come si faceva una volta. Questa procedura, tanto di moda qualche anno fa, serve solo ad alimentare l'ansia e la tensione nelle neo mamme che allattano. Come sempre affidatevi al vostro istinto e a quello del vostro cucciolo e vedrete che tutto andrà per il meglio.
Per monitorare in maniera ragionevole la crescita dei vostri bimbi vi suggerisco di utilizzare il servizio di assistenza alle mamme che allattano, ormai attivo in quasi tutte le città, offerto dai consultori ASL; qui del personale competente pesa gratuitamente i vostri bambini ogni volta che volete, dandovi anche supporto e consigli per l'allattamento. Se nella vostra città non dovesse essere attivo questo servizio in genere tutte le Farmacie, soprattutto quelle comunali, sono fornite di bilancia per neonati. Pesate i vostri bimbi durante il periodo di allattamento esclusivo non più di una volta alla settimana. La crescita può oscillare tra 120-500 grammi alla settimana. A volte crescono di più a volte di meno. E' normale. Allarmatevi e consultate il vostro pediatra solo se si verifica un reale arresto di crescita.
E ricordatevi sempre che ogni bimbo si sa regolare e nessuno meglio di lui sa di che cosa ha bisogno!

15 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: il fioraio...

Quando ci si sposa si diventa amici di un personaggio fantastico che d'improvviso entra a far parte della propria vita: il fioraio! Quindi vi do un consiglio in apertura, sceglietevelo simpatico!
Come tutti i matrimoni alternativi che si rispettino abbiamo stravolto anche la tradizione che vuole che la suocera faccia come primo regalo alla futura nuora il bouquet da indossare durante il rito e per l'intera durata dei festeggiamenti. Avendo un abito particolare (arriverà un post dedicato...) non me la sono sentita di delegare la scelta del bouquet alla mamma dello sposo e mi sono occupata personalmente dell'acquisto.
La cosa divertente è che quando si entra in qualunque fioraio, piccolo o grande che sia, e si pronuncia la parolina magica "BOUQUET" si apre un mondo, ma che dico un mondo, un universo fantastico.
Un istante dopo aver pronunciato quella parola ci si ritrova davanti un'infinità di foto, cataloghi, riviste con spose di tutti i tipi e i gusti e, soprattutto, una persona (il fioraio appunto) che ti dice 50 parole al secondo facendoti una quantità di domande assurde senza darti neanche il tempo di rispondere...
Che fiori ti piacciono, di che grandezza, di che colore, come vuoi il gambo, vuoi il nastro che scende o preferisci solo l'impugnatura classica, vuoi poco verde o molto verde, che forma ti piace, lo vuoi pendente, lo vuoi a borsa, che si attacca alla spalla, hai un vestito scollato, porti una pelliccia, come sarai truccata, avrai i capelli legati, avrai fiori nei capelli, ti sposi di mattina o di pomeriggio, ne vuoi uno solo che poi regalerai a chi riesce a prenderlo quando lo lanci o due così te ne corservi uno per ricordo??
Immaginatevi la faccia del fioraio di turno quando io angelicamente rispondevo a tutte le domande con un'altra domanda, sempre la stessa: quale costa di meno???
Sì perché, pur amando i fiori e le composizioni floreali, so benissimo che dietro alla vendita dei bouquet si è sviluppato il solito mercato matrimoni che rende la scelta di un semplice mazzo di fiori un affare di stato, alterandone notevolmente i costi. Inoltre c'è da aggiungere che in inverno i fiori costano il doppio, motivo in più per scegliere ciò che è più facilmente reperibile a costi accettabili.
Dunque deciso il tipo di fiore e il colore (da abbinare all'abito), tutto il resto è stato scelto in base ad un solo criterio: la semplicità che, anche in questo caso, riduce di molto il costo.
Io alla fine ho scelto un fioraio che, di fronte alla mia repulsione verso il mondo che mi veniva proposto, ha sorriso, l'ha buttata sul ridere e, chiudendo immediatamente tutto ciò che aveva tirato fuori, mi ha solo detto: "Ok, faccio io, semplice ed economico. Quando ti sposi??"...
 Era lui, il mio mito! Scoppiata una simpatia reciproca (non preoccupatevi non scappo col fioraio...) gli ho anche chiesto di occuparsi delle decorazioni dei tavolini al ricevimento e dei fiori che porteranno all'occhiello i nostri parenti stretti (qualche cosa tradizionale è sopravvissuta)! Tutto abbinato al bouquet, tutto in linea con gli stessi criteri di scelta!
Ormai siamo a -7 e la regola del giorno è la seguente: il bouquet si lancia (significa che lo regalerete a chi riesce a prenderlo), perchè buttare tanti soldi se tanto ve lo godrete solo mezza giornata????

12 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: le non-bomboniere...

Altro argomento ostico quando si parla di matrimonio è la scelta delle bomboniere.
Ostile per principio all'idea che si debba fare un regalo, per quanto piccolo sia, a chi prende parte ad un ricevimento, ho da sempre odiato l'oggetto bomboniera rifiutandomi di realizzarlo in tutte le occasioni importanti della mia vita che, per tradizione, prevedono la distribuzione degli infernali "ricordini"...
E per essere totalmente coerente con il mio pensiero nella mia casa non espongo neanche le bomboniere ricevute da altri, segregandole in un cassetto aspettando che si rompano!
In più c'è da aggiungere che la bomboniera, per quanto originale, alternativa, confezionata in modo fai da te, e semplice, ha un costo davvero insostenibile, soprattutto per chi, come noi, ha voglia di una piccola festicciola come semplice ricordo della giornata, senza eccedere nelle spese. Parliamo di circa 20€ a bomboniera, per gli oggetti più semplici (e brutti...), considerando che c'è un costo per l'oggetto in sé, per i confetti, per la confezione e il confezionamento con nastri e nastrini vari.
Quindi la nostra scelta è stata assolutamente niente bomboniere!
Inutile dirvi che per i nostri genitori, appartenenti ad un'altra epoca e più legati alle tradizioni, già costretti a ridurre all'osso la lista dei loro invitati, la scelta delle non-bomboniere è stato un colpo durissimo da digerire!
Per evitare musi lunghi e rancore eterno (come si fa a non dare nulla a chi ci viene a fare gli auguri????...) abbiamo deciso per una sorta di compromesso! Niente bomboniere ma quella che molti chiamano confettata, ossia la distribuzione dei confetti confezionati in modo carino così da diventare essi stessi una specie di bomboniera.
Ovviamente anche in questa scelta pseudo-tradizionale abbiamo voluto personalizzare il tutto con qualcosa che ci appartenesse: vi ricordate il logo scelto per gli inviti?  (Vedi capitolo partecipazioni e inviti...).
Bene, lo abbiamo riprosto creando dei bollini adesivi, molto semplici su cui abbiamo scritto accanto al logo i nostri nomi e la data dell'evento. Abbiamo fatto stampare il tutto via internet rivolgendoci ad un sito che ci è stato consigliato, per una spesa davvero irrisoria. La scelta delle mini confezioni per i confetti è stata fatta in base alla possibilità di essere decorate con questo adesivo... Ovviamente abbiamo preferito la cosa più semplice che abbiamo trovato. Contro i 20€ che vi avevo anticipato, noi ce la siamo cavata con meno di 2€ a pacchettino (ovviamente assemblato e confezionato da noi in modo casereccio)!
A meno 10 dal grande giorno ecco il suggerimento di oggi per un matrimonio alternativo: basta con le solite e antiche bomboniere, scegliete confetti per tutti, sono buoni, si mangiano, ed non occupano inutilmente i cassetti dei vostri invitati! Ovviamente confezionati da voi in modo personale!

10 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: inviti e partecipazioni...

Eccomi di nuovo con un altro breve capitolo della storia del mio matrimonio!
La data è sempre più vicina, ormai siamo a -12!
Oggi voglio raccontarvi una strepitosa avventura intitolata: Inviti e partecipazioni, la lotta contro il tempo!
In linea con la nostra scelta di un matrimonio rapido, economico e personalizzato, abbiamo deciso di creare noi la grafica di inviti e partecipazioni e poi rivolgerci ad una tipografia per le operazioni di stampa e piega dei cartoncini. Ovviamente ignoravamo le tempistiche e i costi dei lavori tipografici che, a quanto pare, oltre ad essere molto cari sono anche molto lunghi. Dunque abbiamo dovuto ultimare il nostro lavoro di grafici "improvvisati" in pochissimi giorni (anzi direi in pochissime notti dato che di giorno il nostro piccolo mostro non ci dà praticamente tregua...). Per fortuna io sono un architetto e grazie al mio pluridecorato curriculum e ad anni ed anni di esperienza in studi di architettura specializzati in fuffa sono riuscita con facilità a creare dei file carini, semplici e divertenti... E poi si dice che le lauree ormai non servono a niente!!!
Invece di rivolgerci ad una tipografia (tutte le tipografie di Milano ci chiedevano in media un mese di tempo per la consegna del materiale stampato, piegato e imbustato e per noi era davvero troppo), abbiamo optato per una semplice Eliografia, in stile esame universitario (so che voi amici architetti sapete di che cosa sto parlando...), con tanto di revisione file con l'amico stampatore e telefonate su telefonate per definire gli ultimi dettagli!! In fin dei conti è stato un tuffo nel passato (il mio passato da studente d'architettura) ed è stata un'esperienza divertente.
Abbiamo scelto un'immagine che è diventata il logo dell'evento, un particolare di un quadro che noi amiamo molto, e l'abbiamo inserito un po' ovunque... Inoltre abbiamo cercato e trovato una citazione carina che potesse accompagnare la nostra richiesta di "fondi" per il viaggio di nozze, non ancora organizzato ma previsto entro la fine del 2011, una sorta di lista viaggio fai da te!
Non so se sia piaciuto a tutti il nostro lavoro, ma noi ne siamo pienamente soddisfatti, come lo si è quando ci si impegna per qualcosa e si raggiunge (con sforzo) il risultato desiderato!
Non fosse altro per la solita storia dell'evitare il mercato matrimoni che prevedeva una cifra orientativa di 3€ ad invito contro gli 0,60€ ottenuti (avendo circa 100 partecipazioni e inviti in più che l'eliografo ci ha stampato per la stessa cifra per riempire il cartoncino plottato - per i non architetti per colmare lo spazio rimanente del cartoncino maxi formato su cui il plotter avrebbe stampato gli inviti)!!!
Insomma la 3° regola per un matrimonio alternativo è la seguente: non rivolgersi ad una tipografia per gli inviti e le partecipazioni, ma laurearsi in architettura o in grafica per essere in grado di creare e stampare da soli i proprio inviti!!
Scherzi a parte, la scelta fai da te è sempre la più conveniente!

9 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: la location...

Come promesso, continua il racconto dei preparativi del mio matrimonio, e continuano a passare i giorni... Ormai siamo a meno 13...
Dopo il rito civile, che si terrà in una splendida sala del Maschio Angioino, uno dei suggestivi castelli di Napoli, non per scelta ma perché è lì che celebrano i riti civili nella mia città, faremo una piccola festicciola in una villa panoramica di Napoli affittata da un privato.
Detto così sembra la cosa più ovvia e semplice del mondo, invece la scelta della location è stata davvero impegnativa. Non per particolari esigenze o richieste, ma solo perché, dato che a Napoli (e non solo...) organizzare un matrimonio è il più grande affare che ci sia, nessuno voleva affittarci un luogo, di qualunque tipo o specie, senza pretendere che comprassimo quello che io chiamo il "pacchetto completo matrimonio", ossia un all inclusive che in genere comprende sala, servizio catering, decori e addobbi, bibite, vini, spumanti, torta nuziale e chi più ne ha più ne metta, alla modica cifra di minimo 100€ ad invitato... Che facendo due conti (che a questo punto credo a Napoli nessuno faccia...) significa un sacco di soldi!
La nostra idea è stata da subito quella di cercare un luogo che potesse ospitare circa settanta persone, per organizzare un piccolo buffet all'impiedi di buon augurio e intrattenersi qualche ora con gli invitati, evitando quei pranzi eterni che vanno così di moda dalle nostre parti.
Ci siamo quindi limitati ai parenti stretti, cioé zii e cugini con rispettive famiglie, e a qualche amico più intimo, rimanendo sulla carta al di sotto delle 80 persone. Il minimo possibile se non si vuol far dispiacere nessuno, senza eccedere ed essere costretti ad organizzare una festa in grande, come di solito accade!
Dopo ricerche intense e litigate frequenti con organizzatori e proprietari di ristoranti e sale, ci siamo imbattuti in una coppia di napoletani in pensione, cordiali e disponibili, che hanno da poco restaurato la proprietà dove risiedono, una villa in stile liberty dei primi del Novecento. La villa, semplicemente incantevole, con quel non so che di "vissuto", che solo una casa realmente abitata può offrire, si trova in una zona panoramica di Napoli, sulle pendici del Vomero. La parte della villa a nostra disposizione sarà quella di rappresentanza, uno splendido salotto panoramico che affaccia sul golfo di Napoli, le salette adiacenti, il giardino provvisto di gazebo (pioggia e freddo permettendo), vari disimpegni, una stanza che sarà usata come guardaroba, una stanza per rinchiudere i bambini con l'animatore, la cucina e i due bagni, quello padronale e quello di servizio.
Questi spazi, arredati con mobili in stile, offrono un'atmosfera intima, quasi familiare che ci è sembrata perfettamente in linea con la nostra idea di piccola festa tra pochi fortunati (pochi... si fa per dire...)!
A completare il quadro familiare, un giovane chef con i suoi collaboratori, cucinerà per noi direttamente in loco, proponendo degli assaggi di pietanze scelte all'interno della tradizione culinaria campana, ma servite e abbinate in modo innovativo e originale. Nessun buffet con calca di persone annessa, nessun tavolo apparecchiato con il solito cameriere che serve, solo persone che si muovono liberamente e si godono lo spazio, il panorama e la compagnia, assaporando gustose prelibatezze offerte direttamente da vassoio dai camerieri in piccoli e divertenti piattini monoporzione. Sedie, tavoli e tavolini, poltrone e divani presenti rimarranno a disposizione per i momenti di stanchezza, per le persone più avanti con gli anni e per chi preferisce fermarsi e assaporare seduti in modo classico il cibo offerto! Per le bevande ci sarà un buffet self service diviso in tre postazioni, posizionate strategicamente all'interno della sala principale.
Il classico momento della torta nuziale non mancherà, ma la torta non sarà la solita torta bianca a più piani... Ci siamo fermati al piano terra, ma un piano terra davvero gustoso!!!
Il tutto durerà poche ore e, speriamo, accontenterà sia chi odia i lunghi e interminabili ricevimenti con le solite abboffate, sia chi in queste occasioni si aspetta invece di gustare tanto cibo e del buon vino. Ma soprattutto accontenterà gli sposi che desideravano una piccola festa solo per la felicità dei propri genitori e per conservare un ricordo di questo momento, senza spedere cifre pazzesche e senza investire anni della propria vita nell'organizzazione di questo evento.
Inutile dirlo, le scelte che vi ho brevemente descritto hanno comportato una spesa davvero irrisoria se paragonata con le richieste delle strutture che operano nel mondo dei ricevimenti di nozze.
Dunque ecco la seconda regola per un matrimonio alternativo (ed economico...): mai comprare esosi pacchetti all inclusive. Organizzare per pezzi la propria festa facendo scelte semplici in base ai propri gusti. Di certo ci vorrà un pò più fatica e impegno, ma il risultato sarà più economico e senza dubbio più originale!

8 gennaio 2011

Matrimonio alternativo: la decisione...

Sono passati ormai 10 anni e mezzo da quando ho conosciuto il mio futuro marito ed è iniziata la nostra storia d'amore. Da più di 6 anni abbiamo costituito una famiglia dando il via alla nostra vita insieme a Milano (odio dire CONVIVIAMO perché sembra quasi che la convivenza sia una cosa diversa e meno importante di un eventuale matrimonio...) e nel frattempo c'è stato l'acquisto insieme di una casa, un figlio di quasi 10 mesi, tanti viaggi, cambi di lavoro, promozioni, licenziamenti... Insomma una vita normale di una famiglia normale... O quasi normale!
Certo perché se avessi avuto la fede al dito, in Italia nessuno avrebbe avuto difficoltà a considerarci una famiglia come tante altre, di quelle che durano 50 anni con tanti figli e tanto amore... Ma essendo una coppia di fatto, nel nostro paese sono tantissime le difficoltà che si incontrano da genitori non sposati, e, ad oggi, sembra quasi scontato che, non appena la coppia diventa tris, urge regolamentare il rapporto con quella pratica legale (perché di questo si tratta) che viene chiamata M A T R I M O N I O!
Ebbene anche noi, con la nascita del nostro piccolo ometto, dopo esserci scontrati con il muro della burocrazia italiana e dopo la prima fase di resistenza ad oltranza per una questione di principio, abbiamo ceduto alla legalizzazione del nostro rapporto fissando la data delle nostre nozze. Non per coronare un sogno o perché ciò significhi qualcosa per noi, ma semplicemente per tutelare nostro figlio e vivere più serenamente la nostra nuova vita da genitori.
Tralasciando la lunga querelle sui diritti delle coppie di fatto (che meriterebbe una sezione dedicata...), voglio condividere con voi qualcosa di più frivolo e divertente, ossia l'organizzazione del nostro matrimonio, per dimostrarvi che, anche al sud della nostra penisola, è possibile realizzare un matrimonio alternativo evitando di ipotecare la casa e di metterci 3 anni per preparare tutto...
Sintetizzando i punti chiave del nostro percorso, la decisione di sposarci è stata presa dopo le vacanze estive, dunque settembre/ottobre 2010, pian pianino si è concretizzato il tutto e a fine novembre abbiamo prenotato la sala al comune di Napoli (non siamo cattolici, né vogliamo sposarci in chiesa perché farlo all'altare è più suggestivo, né perché i nostri genitori sarebbero più contenti...), la data scelta (perché l'unico sabato libero vicino alle festività natalizie) è il 22 gennaio 2011.
Insomma partenza preparativi meno di due mesi prima delle nozze, e a due settimane dal grande giorno, con un bimbo di 10 mesi, io ho trovo anche il tempo di scrivere... Ve l'avevo detto che si trattava di un matrimonio alternativo!!
La scelta è ricaduta sul periodo invernale perché d'inverno nessuno vuole sposarsi ed è tutto più facile, rapido ed economico!!! I motivi per cui la maggior parte delle coppie scartano l'inverno per sposarsi sono vari (e variamente stupidi...)! Non ci sono tanti fiori disponibili e a poco prezzo per allestire chiese, sale e ristoranti, tutti i locali e le ville dedicate ai ricevimenti non possono offrire il loro spazio esterno o giardino che sia, probabilmente più suggestivo e affascinante per via del freddo e della pioggia o della neve, non tutti i parenti e gli amici possono assicurarvi la loro presenza perchè in inverno, si sa, si lavora di più e si prendono meno ferie, i vestiti da sposa necessitano di coprispalle o pellicce bianche abbinate, che a molte spose non piacciono, poi se piove ci vuole l'ombrello... Insomma tutte ca....ate!
Concluderei questo primo post (ne seguiranno altri) sul nostro matrimonio con la prima regola per un matrimonio alternativo: fregarsene dei fiori, del freddo, della pioggia o della neve, dei parenti e degli amici e SPOSARSI IN INVERNO!!!

1 gennaio 2011

Anno nuovo vita nuova

Nell'augurare a tutti gli amici che mi leggono un 2011 meraviglioso, voglio riflettere con voi sul solito BOLLETTINO  che ogni anno apre tutte le edizioni dei telegiornali rendendo noto il numero di morti e feriti di una notte che da sempre sembra essere una notte di guerra e di follia.
Si spara, come se un'esplosione di violenza fosse un modo originale per festeggiare. Botti legali e non, armi da fuoco, e chi più ne ha più ne metta mandano in fumo la vera essenza di una notte che dovrebbe augurare l'inizio di un anno "nuovo", all'insegna dei buoni propositi e delle speranze di un'intera nazione. E invece da Milano a Napoli, feriti, incidenti, bambini spaventati e segnati non solo nel corpo da profonde cicatrici che li accompagneranno per sempre... E questo perché? Per il gusto di sparare per gioco. Ma sparare rimane una forma di violenza e, come tale, non è mai divertente, almeno non per me.
Un sorriso, un abbraccio di una persona cara, un brindisi e del buon vino o spumante che sia, del cibo gustoso consumato in compagnia, il calore delle persone con cui si condivide questa nottata di festa, le poesie e l'allegria dei bimbi, le danze e i giochi sono cose che riempiono il cuore di un calore più esplosivo di mille botti.
Io a Capodanno non sparo. Spesso lo trascorro a Napoli e a mezzanotte in punto chiudo le finestre in segno di protesta e mi auguro che non ci siano più notti di guerra, né nella mia città né in nessun altro posto al mondo.