26 ottobre 2010

Fuitevenne 'a Napoli


Leggo spesso il blog di Beppe Grillo. Ed è lì che mi sono passate sotto gli occhi queste parole...

www.beppegrillo.it - Lettera da Terzigno

Sono nata e cresciuta a Napoli. Napoli è la mia terra d'origine, il luogo dove continuo a sentirmi a casa, nonostante non viva più lì fisicamente da tanti anni. Quando si parla di radici credo si intenda questo: sentire che la tua linfa vitale si rigenera in quei luoghi, guardando quei paesaggi, assaporando quel buon cibo, e ascoltando quelle buffe persone che ridono sempre... Sì, ridono perché sono ottimisti e non hanno più voglia di lamentarsi. Potrebbero farlo, ogni giorno. Anzi dovrebbero.
Su di Napoli si dicono tante cose. Chi se ne va via, come me, deve ben presto far suo un repertorio, quasi di difesa, che scatta alla prima parola pronunciata... 

"Mi scusi, buongiorno... "
"Ah, ma lei è di Napoli, che bella città... Peccato però che voi napoletani..."

Certo, noi napoletani. Come se nascessimo con un peccato originale... Come se fossimo una categoria a parte con l'nsano piacere di vivere nella monnezza, mangiando pizza e mozzarella di bufala e cantando canzoni di Gigi D'Alessio. Come se nel nostro DNA fossimo segnati dal gene dell'illegalità e della sporcizia, come se ci piacesse vedere i nostri figli rimanere fino a 40 anni a casa in cerca di qualcosa da fare, qualunque cosa. O in alternativa ci sentissimo realizzati ad aiutarli a fuggire il più lontano possibile, per trovare in un'altra terra quello che in tutti i paesi civili esiste, la possibilità di guadarsi da vivere onestamente.

Io vivo a Milano. Ancora oggi i miei amici sono convinti che io sia qui perché ho scelto per piacere di venire a vivere in questa città, tipo esperienza post laurea, progetto Erasmus o Leonardo che si dir si voglia. Come se fosse un gioco e potessi tornare indietro in qualunque momento ne avessi voglia.

Per diversi anni sono stata arrabbiata. Arrabbiata perché quella scelta è vero esiste, ma è una scelta crudele: restare e lottare per una vita, probabilmente senza ottenere quello che si vuole (dovrei eliminare il probabilmente, ma rimango un'inguaribile ottimista napoletana), o andarsene, il più lontano possibile, seguendo il triste e rassegnato consiglio che il grande Edoardo de Filippo ebbe il coraggio di dare ai giovani napoletani... Fuitevenne 'a Napoli, disse, Fuggite da Napoli.
Ogni giorno ascolto in tv le macabre notizie che vengono date dai telegiornali circa gli avvenimenti della mia terra, ogni giorno ascolto le chiacchiere da bar che chiunque fa in giro per Milano commentando e discutendo su quei posti da evitare come l'inferno. Tutti hanno la soluzione. Tutti hanno il diritto di dire la propria perché il disastro e la disperazione che colpiscono quotidianamente la mia terra sono ormai mediaticamente CIO' CHE FA NOTIZIA, la gallina dalle uova d'oro. Vorrei solo ricordare che quella gallina significa persone che soffrono, gente che lotta ogni santo giorno per dar da mangiare ai proprio figli. Quella gallina nasconde le lacrime di chi va via, come me, perché incapace di stare a guardare senza riuscire a far niente di concreto. Vorrei dire a chi continua a proporre soluzioni di una superficialità e un cinismo quasi offensivo, che secoli di storia hanno segnato quelle terre, secoli di grandezza, di distruzione e di rinascita. Questo non vuole essere un alibi ma solo la consapevolezza che siamo di fronte ad una situazione complessa che si è radicata nel corso della nostra storia con risvolti sempre più drammatici e che, solo con l'impegno di tutti, napoletani e non, può essere risolta. Se vuole essere risolta...
Di sicuro l'assenza totale di Stato e Istituzioni non aiuta la rinascita e tanto meno aiuta la costante e martellante pubblicità negativa che quotidianamente viene fatta in televisione al Sud in generale e alla città di Napoli  in particolare. Dare la notizia è un diritto ma soprattutto un dovere dei giornalisti, ma specularci su trasformando la disperazione in soldi è vergognoso.
Come è vergognoso rendere spot elettorali la soluzione di problemi che da decenni flagellano inascoltati una terra che chiede aiuto ogni giorno, non solo un mese prima delle elezioni di turno. Tutte le promesse fatte e mai mantenute consolidano la sensazione di abbandono di quella gente; persone come tante, che ogni giorno si impegnano per rendere la propria vita migliore. Persone comuni come se ne trovano a Milano, a Torino, a Reggio Calabria o a Palermo. Persone.

21 ottobre 2010

Quanto costa un bebè

Ho un bimbo di 7 mesi.
Che gioia vederlo giocare, si interessa praticamente a qualunque cosa gli capiti sotto gli occhi.
Prima di diventare mamma continuavo a chiedermi se economicamente ce l'avremmo fatta a "mantenere" un figlio. Già, l'unico pensiero opprimente che uccide l'istinto materno nel 90% delle giovani donne.
Il mio compagno ha un lavoro di tutto rispetto presso una grande azienda italiana e la sua posizione gli consente di avere uno stipendio ottimo ma assolutamente nella media dei giovani dipendenti italiani. E' un ingegnere e ha 34 anni.
Io sono un architetto... Anzi ero un architetto. Sulla situazione di noi giovani "liberi professionisti" in Italia ci vorrebbe un post dedicato, ma non è di questo che voglio parlare ora. Attualmente faccio la mamma a tempo pieno, quindi niente lavoro niente guadagno. Viviamo con un solo stipendio... E' dura ma vi assicuro che non ci manca assolutamente nulla.
Lo dico perché ogni volta mi stringe il cuore quando sento una donna della mia età ed anche più grande apportare come motivazione al nonvolerancoradeifigli la solita cantilena tipo:
"Non siamo ancora pronti, con quello che costa tirar sù un figlio, guadagnamo troppo poco, sarebbe impossibile arrivare a fine mese". E il bello che lo ripetono talmente tante volte che ci credono anche loro!

Ho deciso di sfatare questo mito. Vi dimostrerò che crescere un figlio costa meno che avere una vita sociale attiva! Cosa che, tra parentesi, diviene impossibile appena il nuovo arrivo fa capolino nella vita dei neo genitori!
I pannolini costano al peggio 30 centesimi l'uno, dico al peggio perché secondo me anche la marca più economica funziona lo stesso ed inoltre esistono degli outlet in tutta Italia dove praticamente te li tirano dietro.... A Milano ce n'è uno a Pero ed è fantastico, puoi comprare dei pacchi giganti a prezzo bassissimo. Un neonato consuma dai 6 ai 12 pannolini al giorno, crescendo tende a consumarne circa 6.
Quindi considerando per semplicità di calcolo un consumo di 10 pannolini al giorno per un costo di 20 centesimi l'uno siamo a circa 60€ al mese... La spesa di un week end milanese, senza neanche strafare!
I vestini nei primi mesi di vita dei bimbi sono il regalo preferito che conoscenti, amici, parenti, vicini di casa. Te ne regalano così tanti che non fai a tempo ad usarli due volte che già i piccolini sono cresciuti e sei costretta a metterli via. A mio figlio avrò comprato in tutto 10 capi, quelli utili e di battaglia che solo una mamma sa scegliere. Tra l'altro esistono dei franchising diffusi in tutta Italia come OVS o UPIM che hanno un reparto bimbi economico e pratico, con capi forniti dal marchio oeko-tex fiducia nel tessile, una sicurezza per la tutela della pelle del bimbi e della natura. Un capo del genere, parliamo di tutine, bodini, piagiamini, jeans, felpine, costa dai 5 ai 20 €.
Ma passiamo alle spese "impegnative". Carrozzina, passeggino, lettino/culla, seggiolone, sdraietta, sedile auto e quant'altro si ottengono grazie a due possibili strategie:
1. Chiedi a tutti finché qualcuno non ti passa quelli che ha usato per i propri figli ormai grandi (con immensa felicità e gratitudine di chi regala così c'è più spazio in cantina).
2. Metti a tacere i nonni che con un'insistenza quasi fastidiosa continuano a ripeterti: Che cosa ti serve che cosa ti serve che cosa ti serve che cosa ti serve? Loro sono felici e tu eviti l'esaurimento nervoso.
Se con queste due strategie non hai avuto il kit bimbo completo ci sono sempre i colleghi di mamma e papà. Loro sono pazienti, organizzano delle raccolte fondi sensazionali dal 4° mese di gravidanza e poi ti chiedono, con discrezione e senza insistenza, di che cosa hai bisogno. Poi attendono finché tu non hai la risposta.
Il segreto è: CHIEDERE CHIEDERE CHIEDERE. Evitare quel falso atteggiamento di chi fa finta di avere tutto. Ma sì, regalami quello che vuoi tanto l'essenziale ce l'ho già, inoltre vivo in 200mq e ogni nuovo aggeggio può essere collocato in una stanza appositamente dedicata. La verità per chi è fortunato tra i propri 70 mq e la cantina riesce ancora ad andare al bagno senza inciampare in nessuno scatolo, scatolone, passeggino, seggiolone. Quindi scegliere poche cose utili e che occupino il minor spazio possibile e cercare di farsele regalare.
Ed eccoci al mio argomento preferito: i giochi.
Come dicevo mio figlio ha 7 mesi e sapete quale è il suo gioco preferito? Una bottiglia di plastica da mezzo litro a cui ho tolto tappo ed etichetta. Passa ore ed ore a giocarci, guardarsela, stringerla per sentire il rumore che fa, metterla in bocca.
I suoi giochi sono raccolti in una cesta di vimini e sono tutti oggetti recuperati in giro per casa, dalla cucina, agli oggetti del papà, dalle cianfrusaglie della mamma alle cose dimenticate in fondo ai cassetti. Certo attenzione massima alla consistenza, al fatto che non si stacchino pezzettini vari, al materiale che non sia tossico (mettono tutto in bocca), e che non siano oggetti appuntiti o taglienti. Ma tutto questo basta per divertirli, farli ridere e farli crescere. Inoltre vorrei dare ai papà una notizia sconvolgente: a vostro figlio NON SERVE la Play Station 3, e nemmeno il Nintendo DS!
Mio figlio gioca seduto davanti al suo cestino, guarda, esplora, si diverte. L'idea mi è stata data da un'amica che è mamma da qualche mese più di me e, cercando in rete, ho capito come creare il cestino dei tesori del mio cucciolo.
Detto questo aggiungerei che se si allatta al seno, cosa assolutamente naturale e che tutte le neo.mamme sono in grado di fare (anche qui necessita un post dedicato) e si attua uno svezzamento graduale a sei mesi, anche le pappe hanno un costo minimo. Fino a 6 mesi costo ZERO (la natura provvede proprio a tutto); dopo i 6 mesi la spesa è minima, soprattutto se, come ho fatto io, si rinuncia alla comodità delle pappe pronte, i famosi omogeneizzati, e si cucina per i bimbi così come lo si fa per noi adulti, avendo solo l'accortezza di scegliere preferibilmente prodotti biologici perché più sicuri. Io compro per tutti le stesse cose e poi cucino e omogenizzo con un normale frullatore per la pappa di mio figlio.

Ecco questa in sintesi la voce BEBE' nel bilancio domestico.
Certo se ci si guarda intorno, ovunque vogliono venderti migliaia di cose bellissime, colorate, accattivanti. Nel 90% dei casi riescono a convincerti che sono utili, anzi indispensabili. Ogni genitore uscirà da qualunque negozio convinto che un bimbo non possa crescere senza box o senza sdraietta. Converrà che senza Trio Inglesina o Stokke (per comprarli bisogna ipotecare la casa...) non si riesce neanche ad uscire dal portone di casa e sarà assolutamente d'accordo con chi gli ha fatto notare che senza tutina Dolce & Gabbana un bimbo potrebbe crescere frustrato e sentirsi emarginato.
Purtroppo viviamo nell'era del consumismo e si perde completamente di vista la misura delle cose. E' normale comprare un vestitino carino o un gioco nuovo, ma l'importante è che sia chiaro che non è indispensabile. I bimbi, per fortuna, non hanno la nostra percezione del mondo e sono svincolati dagli schemi in cui noi siamo assolutamente intrappolati. Per loro una palla è una palla. Non gli importa se è della Chicco e suona, se è Prenatal ed è rossa o se è gialla e rotola male. Una palla è una palla. Nel loro universo ogni cosa è nuova, tutto è una scoperta... Gli sguardi buffi dei genitori, una carezza, il solletico sul culetto quando si cambia il pannolino. Non hanno bisogno di nient'altro che dell'amore di chi li cresce.
Avere un figlio è un'esperienza meravigliosa e ogni donna dovrebbe regalarsi questa gioia invece di privarsene convincendosi che è la scelta giusta.
Quando e se l'istinto materno fa capolino nella vita di una donna, bisognerebbe ascoltare il proprio cuore. Mettere per un attimo da parte la nostra "Mente" e lasciar scorrere e fluire liberamente emozioni, paure, dubbi. Solo vivendosi intimamente ogni sensazione si scopre quando è il momento di diventare mamma, regalando la vita ad un esserino speciale che stravolgerà completamente le nostre giornate, ma sarà capace di renderci felici in un modo inesplorato e inspiegabile...

Lungi da me convincervi che diventare genitori sia una passeggiata, ma rimane l'esperienza più intensa ed emozionante che si possa vivere e chi se ne frega se la società rema contro gli ormai pochi genitori coraggiosi. L'energia di una nuova vita è più forte di qualunque difficoltà. Un Paese sano dovrebbe dedicare grande attenzione ai giovani genitori in difficoltà invece di continuare a fare leggi per chi guadagna stipendi milionari. Ma si sa, l'Italia non è un Paese sano.

19 ottobre 2010

Ma quale censura e censura

Strano che disagi, problemi, accuse, polemiche tocchino le uniche trasmissioni che, a mio parere, in Italia sono ancora degne di andare in onda, perché capaci di offrire un servizio alla popolazione dibattendo su tematiche importanti e stimolando le nostre ormai quasi addormentate menti a riflettere.

A rischio il programma Fazio-Saviano

Ripercorriamo le ultime settimane.

Caso Parla con me, spot pubblicitario vergognoso per aver ridicolizzato Minzolini in favore di quel brutto bastar... di Mentana (ricordiamo il suo TG7, ormai campione di ascolti). TENTATIVO DI CENSURA.
Caso Anno Zero, Santoro colpevole di avere detto Vaffa... alla dirigenza RAI. TENTATIVO DI CENSURA.
Caso Report, servizio incriminato perché pare accusasse il premier Silvio Berlusconi di nuovi reati immobiliari. TENTATIVO DI CENSURA.

Certo casi gravissimi, se pensiamo che ad ogni ora del giorno e della notte vanno in onda soap opera, ballerine nude che sculettano indicando tabelloni e accompagnando concorrenti.
Situazioni davvero imbarazzanti se ci fermiamo un attimo a confrontarle con la nostra TV, quella seria, quella che ci informa sulle più importanti notizie in maniera libera e democratica. Quella dei vari Grande Fratello, Uomini e Donne, C'è Posta per te, Amici, Buona Domenica, l'Isola dei Famosi e chi più ne ha più ne metta... Quella delle parolacce a raffica, della volgarità costante e insistente, delle liti (tra l'atro preparate...) tra VIP, quella del sangue e della violenza gratuita che invade ogni tipo di telefilm o cartone animato.
Insomma, ora basta ipocrisia. Saviano e Fazio no. Loro non si toccano. Io pago il Canone e ho diritto a poter ascoltare il pensiero di due persone colte, preparate, intelligenti. Ho diritto a guardare uno spettacolo da loro concepito e studiato per essere interessante, divertente, utile. Ho anche diritto a pensare che siano idioti e che stiano dicendo un 'infinità di sciocchezze, ma solo dopo aver visto da spettatrice la loro trasmissione. Tappare la bocca in maniera preventiva a chi ha il coraggio di trattare liberamente temi scottanti ha un solo nome: CENSURA.

Ma quale censura e censura, il problema vero è il giorno, nessuno guarderebbe "Vieni via con me" di Saviano e Fazio se va in onda lo stesso giorno del Grande Fratello. Il problema è solo il giorno. E' una strategia per non far fare brutta figura a due che si credono intelligenti e bravi e poi ci rimarrebbero male se gli ascolti premiassero il più seguito reality di sempre. CENSURA.

Ecco di che cosa stiamo parlando, guarda i video incriminati che hanno rischiato la CENSURA PREVENTIVA.

Spot censurato di Parla con me
Santoro e il suo vaffa al direttore Masi
Servizio Report, Berlusconi e i suoi investimenti immobiliari ad Antigua

18 ottobre 2010

L'Italia è un Paese per vecchi

Su tutte le testate giornalistiche di oggi la notizia delle parole di Giorgio Napolitano pronunciate a Pisa sulla situazione delle Università italiane e sulla distribuzione (o meglio "non distribuzione") dei fondi per la ricerca.


Ho 33 anni e sono un architetto. Onestamente non ricordo durante gli anni che ho trascorso all'università l'ordine preciso dell'alternarsi di governi e governatori in Italia. Mi ricordo però che la situazione già all'epoca era drammatica. Parliamo di più di dieci anni fa. 
Per noi giovani sentirsi una risorsa, un bene per il paese è davvero un'impresa. Direi piuttosto che io mi sono sempre sentita un peso... Una futura disoccupata, un numero inglobato in statistiche e previsioni di quante giovani menti sarebbero fuggite all'estero o avrebbero accettato di non fare un lavoro attinente ai propri studi. Non era facile pensare al nostro futuro, e non lo è tutt'oggi.
Certo, probabilmente qualcuno di voi, infervorato dalle riflessioni telepaticamente trasferite dal Ministro Gelmini, penserà che ai miei tempi l'Università era un disastro, funzionava male, si imparava poco e si perdeva tanto tempo. Penserà che quasi quasi quelli della mia generazione se lo meritano un futuro così.
O magari qualcuno si starà chiedendo che tipo di studente ero, se facevo parte di quella larga schiera di perditempo che sanno solo lamentarsi e che, ovviamente, si dichiarano vittime del sistema per non ammettere i propri limiti. 
Laureata con lode, pubblicazione della tesi. Media del 29,8, esami conclusi in 5 anni e una sessione. Lo dico non per presunzione ma per rendere l'idea del Paese in cui viviamo. Non mi sono mai ritenuta un genio, ho semplicemente amato l'architettura e l'impegno che ho profuso nei miei studi è stato totale. Con un curriculum del genere bisognerebbe poter scegliere a che cosa dedicare la propria vita professionale, bisognerebbe poter almeno valutare fra le ipotesi il dedicarsi alla ricerca mettendo a disposizione del proprio Stato le competenze acquisite per avviare uno sviluppo qualificato e all'avanguardia. E invece ecco cosa succede ai promettenti giovani italiani, forse è meglio che io ricominci dal principio e che sia più precisa...

Ho 33 anni, sono un architetto che è stato costretto a lasciare per mancanza di lavoro la sua città natale. Nessuna borsa di studio o assegno di ricerca proposto. Vivo a Milano dove ho lavorato per 6 anni in studi più o meno prestigiosi di architettura. Stipendio massimo raggiunto 1500€ al mese. Precaria e senza contratto. Attualmente disoccupata perché ho scelto di essere mamma.

Quello che mi chiedo e che vorrei chiedere a Ministri, Parlamentari, politici di ogni partito e colore è molto semplice: in questi 10 anni che cosa è cambiato? E' evidente che investire sui giovani è davvero l'ultimo pensiero di chi dovrebbe lavorare per regalarci un mondo migliore.