Non sono cattolica e per me il matrimonio non ha nessuna connotazione di carattere religioso. Sposarmi significa regolamentare ai fini della legge italiana, che non riconosce le coppie di fatto, un legame tra due individui che hanno già costituito una famiglia.
E per questo, scusate la parentesi seria e polemica, mi fa ridere il signor Ratzinger quando parla di tutelare il valore della famiglia, spingendo i giovani a sposarsi in chiesa con rito cattolico. Vorrei chiedergli, se ne avessi l'opportunità, come definirebbe due persone, come me e il mio compagno, che vivono da 10 anni insieme sotto lo stesso tetto, sono felici, si rispettano e si amano, condividono ogni giorno le piccole difficoltà e le gioie di una vita costruita pian piano insieme, hanno uno splendido figlio di 10 mesi, desiderato, concepito e amato dal primo istante della sua esistenza. Vorrei chiedergli se è un sì, detto davanti ad un altare, in cui tra le altre cose quasi nessuno crede veramente, a rendere tutto questo una famiglia.
Chiusa la parentesi polemica, mi sembra ovvia la nostra scelta di sposarci in Comune, come atto scelto in qualità di laici cittadini italiani.
Userò questo post, a 3 giorni dal grande giorno, per sfatare il mito che i riti civili siano meno intensi e belli di quelli religiosi. Al contrario vi dimostrerò brevemente che un rito civile può diventare un'opportunità, non concessa dalla chiesa cattolica, per rendere il proprio matrimonio unico e originale.
La prima particolarità di un rito civile, che non molti conoscono, è che ogni cittadino italiano, chiesta una delega al Sindaco della città dove si celebra il matrimonio, può diventare l'officiante del rito in questione, con tanto di fascia tricolore.
Questa è una splendida opportunità per coinvolgere una persona cara (oltre ai testimoni) che, simbolicamente, vi unirà in matrimonio. L'officiante ha il solo obbligo di leggere gli articoli del Codice Civile riguardanti il matrimonio e di fare la fatidica domanda che si dovrebbe concludere con il SI' degli sposi. Per il resto tutto è concesso e ci si può sbizzarrire con idee e trovate originali. Certo, se a sposarvi sarà l'impiegato comunale di turno, lui leggerà gli articoli e in 5 minuti tutto sarà finito. Ma proponendo un officiante ad hoc, potrete "costruire" con lui una cerimonia personale ed emozionante.
Si può inserire lo scambio degli anelli, la lettura di una poesia d'amore, si può lasciar parlare i testimoni o qualche invitato speciale, si possono ascoltare le promesse d'amore degli sposi, si possono inserire musiche, musicisti, cantanti... Insomma ciò che più vi piace per avere una cerimonia tutta vostra! Unico vincolo la durata: a Napoli il limite massimo è mezz'ora! Il tempo giusto per vivere un momento bello e particolare, senza che nessuno si annoi con prediche lunghe ore e ore...
Insomma non vi svelerò ciò che accadrà sabato anche perché noi abbiamo deciso di lasciare che l'officiante si organizzi da solo regalandoci un rito a sorpresa, ma ovviamente siamo sicuri che il caro amico che officerà il nostro rito civile lo renderà speciale!
Dunque che cosa c'è di più alternativo di un rito civile personalizzato e unico?
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