Allatto mio figlio da undici mesi e, lo ripeto spesso, è stata ed è tuttora un'esperienza meravigliosa.
Detto ciò voglio essere sincera con voi... Allattare non è una passeggiata e spesso si attraversano momenti davvero impegnativi.
Allattare significa crescere insieme al proprio bebè, diventare una mamma sempre più consapevole, donarsi completamente, intraprendere un percorso tanto gratificante quanto complesso e intenso.
In questi mesi ho incontrato tante difficoltà, ho attraversato momenti di stanchezza fisica e mentale, mi sono sentita almeno una volta: incapace, frustrata, prosciugata, giù di morale, disperata perché non sapevo che cosa fare, con tanta voglia di evadere... A volte i bimbi piangono senza fermarsi per notti intere, a volte non mangiano, a volte non vogliono attaccarsi, può capitare che rifiutino il seno, altre volte non fanno altro che chiederlo, succhiano per ore ininterrottamente... Ci sono giorni in cui ci sembra di non capire il nostro bambino che cosa vuole, giorni in cui ci sembra d'impazzire...
Ho imparato in questi mesi ad accettare la responsabilità di nutrire mio figlio, con tutte le conseguenze che questo comporta, nel bene e nel male. Ho imparato a lasciar andare lo stress, ho consapevolizzato che nessuno è perfetto e che ogni mamma può commettere degli errori e che mettercela tutta per dare il meglio al proprio bambino è senz'altro il giusto punto di partenza.
Ho capito che nessuna mamma può avere tutto sotto controllo, che bisogna vivere giorno dopo giorno il miracolo di un esserino che cresce, si dona alla vita, impara a capire i suoi bisogni e cerca di comunicarli alla sua mamma, il suo punto di riferimento in questa sua nuova avventura!
Ed eccomi dunque giunta al suggerimento di questo post: alle prime difficoltà non mollate... Molte donne piuttosto che parlarne con qualcuno si convincono di non essere capaci di nutrire il proprio bambino, si sentono sole, non hanno il giusto supporto dalle persone che le circondano e così decidono di smettere, imputando all'allattamento l'origine di quel profondo malessere.
Invece non bisogna chiudersi in se stesse, bisogna parlare, parlare e ancora parlare. Immediatamente si scopre di non essere sole ma di essere in compagnia praticamente di tutte le neo mamme al mondo, che, in modi diversi, stanno vivendo le stesse difficoltà.
Chiedete aiuto e assistenza a chi può offrirvela. Un'amica che ha allattato, il papà che non aspetta altro che rendersi utile, le ostetriche dell'ospedale dove avete partorito, il personale del consultorio dove pesate il vostro bimbo. Cercate un mentore, una persona capace di tranquillizzarvi, qualcuno di cui vi fidate, qualunque esso sia. Anche me se vi va!
L'importante è non sentirsi stupide, non pensare che le proprie sensazioni siano il delirio di una persona debole e stanca; mai sminuirsi, accettare piuttosto le difficoltà e andare avanti, magari ridendoci su grazie alle parole di qualcuno che ci è già passato!!
Detto ciò voglio essere sincera con voi... Allattare non è una passeggiata e spesso si attraversano momenti davvero impegnativi.
Allattare significa crescere insieme al proprio bebè, diventare una mamma sempre più consapevole, donarsi completamente, intraprendere un percorso tanto gratificante quanto complesso e intenso.
In questi mesi ho incontrato tante difficoltà, ho attraversato momenti di stanchezza fisica e mentale, mi sono sentita almeno una volta: incapace, frustrata, prosciugata, giù di morale, disperata perché non sapevo che cosa fare, con tanta voglia di evadere... A volte i bimbi piangono senza fermarsi per notti intere, a volte non mangiano, a volte non vogliono attaccarsi, può capitare che rifiutino il seno, altre volte non fanno altro che chiederlo, succhiano per ore ininterrottamente... Ci sono giorni in cui ci sembra di non capire il nostro bambino che cosa vuole, giorni in cui ci sembra d'impazzire...
Ho imparato in questi mesi ad accettare la responsabilità di nutrire mio figlio, con tutte le conseguenze che questo comporta, nel bene e nel male. Ho imparato a lasciar andare lo stress, ho consapevolizzato che nessuno è perfetto e che ogni mamma può commettere degli errori e che mettercela tutta per dare il meglio al proprio bambino è senz'altro il giusto punto di partenza.
Ho capito che nessuna mamma può avere tutto sotto controllo, che bisogna vivere giorno dopo giorno il miracolo di un esserino che cresce, si dona alla vita, impara a capire i suoi bisogni e cerca di comunicarli alla sua mamma, il suo punto di riferimento in questa sua nuova avventura!
Ed eccomi dunque giunta al suggerimento di questo post: alle prime difficoltà non mollate... Molte donne piuttosto che parlarne con qualcuno si convincono di non essere capaci di nutrire il proprio bambino, si sentono sole, non hanno il giusto supporto dalle persone che le circondano e così decidono di smettere, imputando all'allattamento l'origine di quel profondo malessere.
Invece non bisogna chiudersi in se stesse, bisogna parlare, parlare e ancora parlare. Immediatamente si scopre di non essere sole ma di essere in compagnia praticamente di tutte le neo mamme al mondo, che, in modi diversi, stanno vivendo le stesse difficoltà.
Chiedete aiuto e assistenza a chi può offrirvela. Un'amica che ha allattato, il papà che non aspetta altro che rendersi utile, le ostetriche dell'ospedale dove avete partorito, il personale del consultorio dove pesate il vostro bimbo. Cercate un mentore, una persona capace di tranquillizzarvi, qualcuno di cui vi fidate, qualunque esso sia. Anche me se vi va!
L'importante è non sentirsi stupide, non pensare che le proprie sensazioni siano il delirio di una persona debole e stanca; mai sminuirsi, accettare piuttosto le difficoltà e andare avanti, magari ridendoci su grazie alle parole di qualcuno che ci è già passato!!
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